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Francia – 5 proposte per la regolarizzazione ampia e duratura dei sans papiers

Un documento de La Cimade

Photo credit: La Cimade

La Cimade chiede una profonda riformulazione delle politiche migratorie per andare nella direzione della libertà di circolazione e di insediamento in una dinamica di parità di diritti per tutte e tutti, indipendentemente dallo status o dalla nazionalità.

Riforma dopo riforma, l’accesso ai diritti degli stranieri è diventato più complesso: condizioni restrittive per la concessione di un diritto di soggiorno, arsenale di misure di espulsione e di esilio, procedure amministrative kafkiane e arbitrarie, ecc.

Gli uffici delle organizzazioni associative, compresi quelli de La Cimade, sono pieni di persone la cui vita a volte è profondamente radicata in Francia da molto tempo e non potranno mai ottenere un permesso di soggiorno.

In un momento in cui le conseguenze della crisi sanitaria evidenziano le numerose disuguaglianze che attraversa la società francese, tra cui in particolare gli effetti della precarietà amministrativa, La Cimade rivendica la parità dei diritti e richiede la regolarizzazione ampia e duratura di tutte le persone prive di documenti, con il rilascio di un permesso di soggiorno unico e stabile che li autorizza a lavorare.

La Cimade chiede di:

– Riformulare in profondità le politiche migratorie nella direzione della libertà di circolazione e di insediamento in una dinamica di uguaglianza per tutte e tutti, indipendentemente dallo status o dalla nazionalità.

Nell’immediato e senza aspettare una tale riformulazione, chiede di:
– Regolarizzare ampiamente tutti gli stranieri presenti in Francia. Questa regolarizzazione deve essere generale e non di categoria, per tener conto di situazioni molto diverse come, ad esempio, quella di giovani adulti, lavoratori irregolari, genitori di figli che vanno a scuola, persone respinte… .
– Rilasciare un titolo unico e stabile, quindi necessariamente valido per diversi anni che autorizzi a esercitare qualsiasi attività professionale.
– Armonizzare e semplificare profondamente le procedure di accesso ai diritti, il “blocco della macchina amministrativa“, risultante ben prima della crisi sanitaria dalla complessità delle categorie e dei criteri per l’accesso ai diritti.
– Costruire la parità dei diritti per tutte e tutti in termini di accesso al lavoro e alla protezione sociale, indipendentemente dallo status amministrativo o dalla nazionalità.