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Francia – La nuova legge sull’immigrazione si basa sugli stessi principi di esclusione della Bossi-Fini

Intervista a Claire Rodier, avvocato di Gisti

Per prima cosa il controllo e la repressione. Anche in Francia i centri di detenzione per migranti senza permesso di soggiorno diventano il cardine su cui impostare la filosofia delle nuove norme sull’immigrazione.

Come in Italia l’immigrazione irregolare è indicata come responsabile di tutti i mali e causa dell’insicurezza dei cittadini. Ma quali sono le vere politiche di accoglienza che un paese europeo offre ai migranti utili come braccia da lavoro ma scomodi come nuovi cittadini e portatori di diritti?

La Francia si inserisce bene all’interno dello spirito europeo di rendere sempre più precaria la vita dei migranti. Viene messo in discussione il diritto al soggiorno finora riconosciuto istituendo contratti a volte chiamati “di soggiorno” a volte “di integrazione”, il rinnovo del permesso di soggiorno legato a doppio filo all’attività lavorativa, ecc.

Domanda: Come si inserisce nel quadro europeo la nuova legge?

Risposta: Bisogna sapere innanzitutto che la nuova legge sull’immigrazione è seguita da un’altra, analizzata parallelamente dal parlamento francese cioè la legge sull’asilo.
Queste due leggi subiscono in modo forte l’influenza e l’orientamento dei paesi europei, soprattutto in materia di asilo all’interno del diritto francese verranno inserite direttive che presto, a livello europeo, saranno adottate. Mi riferisco in particolare alla nozione di “paesi sicuri” ovvero paesi da cui non si accetteranno le domande di asilo e di zone di protezione di asilo interno con l’obbiettivo di dissuaderne le domande in Francia. Questa è esattamente la logica europea. In materia di immigrazione ci sono diverse disposizioni che vengono direttamente dai lavori europei in particolare in materia di soggiorno per i membri della famiglia, con una diminuzione netta assicurata fin d’ora dalla legge francese. La lotta contro il traffico di esseri umani, le sanzioni contro i trasportatori suscettibili di veicolare degli stranieri in condizione di irregolarità di soggiorno.
Dal nostro punto di vista è abbastanza inquietante p erchè i lavori europei in materia di immigrazione e asilo hanno preso da qualche anno una direzione orientata verso gli standard minimi e più bassi dei diversi paesi dell’U.E.

D: Nel vostro comunicato avete scritto : “vecchi legami e innovazioni pericolose”. A cosa vi riferite? Da dove provengono questi “vecchi legami”?

R: Vecchi legami perché si ritrovano nel progetto di legge Sarkozy elementi che facevano già parte delle leggi approvate ultimamente in Francia e abrogate oppure che sono stati presentati al Parlamento e rigettati. Penso particolarmente a una disposizione che concerne “l’attestato di accoglienza”, documento necessario per uno straniero che vuole fare una visita turistica nel nostro paese. C’è da sempre una volontà delle autorità, qualsiasi sia il loro colore politico, di esercitare un controllo sulle persone che in Francia accolgono degli stranieri. Stranieri che hanno bisogno di questo impegno per qualsiasi soggiorno turistico. Dunque abbiamo avuto a più riprese il tentativo di organizzare la schedature di chi si ospita. È una questione sulla quale la società francese è molto vigile visto che ci sono state a suo tempo, nel 1997, grandi manifestazioni contro un progetto di legge del governo di destra Debrè, che fu costretto a ritirare. Ecco perché parliamo di vecchi legami, perché vediamo ritornare (con formulazione un po’ diversa) lo stesso dispositivo ma con il nome di legge Sarkozy. Ecco perché, nel nostro comunicato, affermiamo che c’è una contrapposizione di questi vecchi dispositivi che ritornano e di innovazioni pericolose. Le novità pericolose sono essenzialmente estrapolate dalle direttive europee, cose mai viste nei progetti di legge francesi come per esempio una nozione che si conosce già da tempo in Germania e che consiste a subordinare il diritto di soggiorno ad una condizione di “integrazione”. In pratica bisogna dimostrare di essere in grado di dare “garanzie” alla società per meritare lo status di straniero residente in Francia. Non avevano mai visto nulla del genere. Fino adesso non esisteva niente del genere e vediamo bene qual è l’origine.

D: Come pensate di lavorare come associazione?

R: Le associazioni francesi sono sostanzialmente unanimi nel denunciare questi due progetti di legge. Il problema è che le associazioni francesi non sono molto forti, non hanno un potere di lobby equivalente che si incontra in altri paesi dell’U.E. fanno sentire la loro voce, vengono ricevuti dai parlamentari, al Senato. I partiti politici le interpellano, gli eletti fanno domande su come vengono applicate queste o quelle disposizioni, cercano anche di trovare esempi legati alla quotidianità delle persone per mostrare i danni che possono derivare da alcune disposizioni di legge. È un lavoro che si fa regolarmente.
Non ci facciamo illusioni sull’efficacia che può ottenere la legge Sarkozy sull’opinione pubblica in generale, in particolare in parlamento, nella misura in cui sullo sfondo di un discorso xenofobo e smarcandosi dagli slogan provocatori della estrema destra, il governo attuale comunque riuscirà a far passare i due progetti che sono molto pericolosi, non solo per gli stranieri ma per la coesine della società.