Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza
/

Francia – Lettera aperta per il miglioramento dell’accoglienza dei richiedenti asilo

Alcune associazioni che si occupano dei diritti dei migranti alla Ministra francese alla casa e al Ministro dell'Interno

Lettera aperta a Emmanuelle Cosse, Ministra alla Casa e Bernard Cazeneuve, Ministro dell’Interno

Signora Ministra, signor Ministro,
nel contesto delle tensioni e delle preoccupazioni che attraversano la società francese, le nostre associazioni sono convinte dell’urgenza di investire maggiormente nelle politiche di solidarietà e coesione sociale. In questo senso, le associazioni firmatarie di questa lettera desiderano sollecitarvi nuovamente affinché si ponga rimedio alle gravi difficoltà del dispositivo di accoglienza, ospitalità, accesso alla procedura d’asilo e integrazione delle persone esiliate presenti sul nostro territorio.

Di fronte al rinnovato aumento della domanda d’asilo nel 2016 (80.000, ovvero il 23% in più rispetto al 2015) e al moltiplicarsi delle situazioni di vita indegne a danno delle persone che sono fuggite dal loro paese (14.000 persone evacuate dai campi a Parigi, più di 7.000 persone nella bidonville di Calais), chiediamo da diversi mesi ai enti statali la presentazione di un piano interministeriale di accoglienza nazionale elaborato con le associazioni, all’altezza della situazione e degli impegni presi dal governo nel quadro della riforma dell’accoglienza ai richiedenti asilo.

Salutiamo positivamente l’annuncio dell’apertura di 3.000 posti supplementari nei centri di accoglienza e orientamento (CAO) e la creazione di siti umanitari di accoglienza temporanea a Parigi da qui alla fine dell’anno. Queste decisioni devono tuttavia essere avviate rapidamente e secondo modalità che rispettino i diritti delle persone. Recentemente, le evacuazioni dei campi hanno preso una piega inaccettabile, con l’aumento dei casi di separazione delle famiglie, la mancata accoglienza delle persone evacuate, gli accresciuti controlli amministrativi e l’emissione di ingiunzioni a lasciare il territorio per alcune persone che volevano chiedere asilo.

Inoltre, lo spostamento massivo di diverse centinaia di persone verso strutture inadatte, palestre e hotel, testimonia ulteriormente la criticità della situazione nella regione dell’Ile-de-France. A Marsiglia, alcune famiglie con bambini molto piccoli che chiedevano asilo sono per strada o minacciate di esservi rimandate per la mancanza di crediti disponibili per accoglierli. Questa situazione preoccupa associazioni e servizi dello Stato: è fondamentale porvi rapidamente rimedio.

Prima di tutto, le nostre associazioni chiedono con urgenza che si ponga fine alle evacuazioni dei campi in assenza di alloggi disponibili, così come alle notifiche di obbligo a lasciare il territorio agli esiliati che desiderano chiedere asilo. L’unica conseguenza di queste pratiche è quella di rendere ancora più fragili gli esiliati che vivono per strada nell’attesa di poter chiedere asilo. Chiediamo inoltre che la circolare del 26 agosto 2012 pubblicata dai vostri servizi e relativa all’evacuazione dei campi sia applicata e che le evacuazioni abbiano luogo nel rispetto della dignità delle persone.

In seguito, proponiamo l’apertura di siti umanitari di accoglienza temporanea in diverse metropoli per evitare la prevedibile saturazione del sito parigino. Svariate decine di migliaia di nuovi posti in centri di accoglienza e ospitalità per i richiedenti asilo (CADA, corrispondenti ai CARA italiani, n.d.t.) saranno inoltre necessari per coprire i bisogni elementari delle persone che arrivano in Francia in una situazione di estremo pericolo sanitario e sociale e per poter rispettare i principi di un diritto all’ospitalità e all’accompagnamento stabiliti dalla legge che regola l’asilo. Senza sottovalutare le difficoltà locali incontrate per ridimensionare il parco di ospitalità e di alloggio, pensiamo che esistano locali pubblici disponibili che potrebbero essere utilizzati in un gran numero di territori, compresa la via della requisizione ove necessario. Nell’attesa di questo piano, ogni nuova operazione di smantellamento dei campi della regione intorno a Calais si tradurrebbe in una degradazione inaccettabile delle condizioni di vita delle persone.

Inoltre, le associazioni di solidarietà sono preoccupate dal moltiplicarsi delle consegne affidate dai servizi dello Stato al 115 e alla SIAO (Service Intégré D’accueil Et d’Orientation, n.d.t.) di non ospitare persone “con diritto amministrativo incompleto” (Vaucluse, Bouche du Rhône…). Il Consiglio di Stato ha infatti considerato, in una decisione della sezione del 13 luglio 2016, che chi ha avuto il diniego del diritto di asilo e le persone oggetto di un obbligo a lasciare il territorio, non hanno “vocazione a beneficiare del dispositivo di ospitalità d’urgenza” ma ha anche giudicato che le persone in pericolo possano accedervi in circostanze eccezionali. Se questa decisione verrà interpretata come una deroga all’incondizionalità dell’accoglienza, verranno buttate in strada, in piena estate, decine di famiglie. Vi chiediamo di sgombrare il campo da ogni ambiguità con la pubblicazione di una direttiva ministeriale ai Prefetti che chieda il rispetto del principio di accoglienza incondizionata delle persone in situazione di pericolo in tutto il territorio.

Pensiamo inoltre che, seppur la creazione dei CAO – che ad oggi accolgono circa 1.500 persone – rappresenti un avanzamento reale, il loro funzionamento possa essere ancora migliorato. Lo Stato ha avviato un lavoro utile di concerto con le associazioni per l’elaborazione di una Carta di funzionamento di queste strutture, che permetta il miglioramento delle informazioni date alle persone che lasciano i campi, l’orientamento ai minori non accompagnati e l’informazione ai centri di accoglienza sulla vulnerabilità delle persone accolte. Tuttavia, la presenza di un solo operatore sociale ogni 30 persone ospitate, l’assenza di servizi d’interpretariato, di aiuto immediato per la vita quotidiana e di garanzia delle norme di accoglienza nuocciono fortemente alla qualità dell’accompagnamento proposto. È anche necessaria – tenuto conto dello stato di salute degradata delle persone esiliate, dei traumi legati all’esilio e della debolezza della copertura sanitaria di queste popolazioni – un’effettiva articolazione con i servizi di accesso alle cure. Inoltre, la regola vigente in questi centri per cui le persone devono andarsene allo scadere di un mese “se nessuna procedura è stata avviata” è contraria alla legge e non farà che alimentare il flusso di persone costrette a vivere per strada o a raggiungere campi indegni.

La situazione dei “dublinati”, accolti nei CAO, è preoccupante perché vivono sotto la costante minaccia delle assegnazioni a residenza e di un trasferimento “forzato” nel paese di arrivo dell’EU. Chiediamo al governo un chiaro impegno affinché nessuna delle persone accolte nei CAO sia oggetto di una misura coercitiva dopo il soggiorno in uno di questi, una volta orientate verso un altro alloggio.

Infine, i minori stranieri non accompagnati devono essere protetti, essendo particolarmente vulnerabili. L’imminente apertura di un sito di accoglienza con 72 posti a Calais – attesa da diversi mesi – è una prima risposta. Ma serviranno altre iniziative di questo tipo per rispondere alla drammatica situazione di un numero che va dai 300 ai 500 minori censiti nella bidonville.

La crisi umanitaria che riguarda i migranti, esiliati o rifugiati, esige la presentazione, dopo l’estate, di un piano d’insieme che integri all’ospitalità il miglioramento della prima accoglienza, dell’accesso alla procedura d’asilo e una politica d’integrazione per l’alloggio, l’occupazione e l’educazione/formazione all’altezza della posta in gioco.

Questo piano dovrà inoltre presentare delle soluzioni per i territori d’oltremare, in particolare la Guyana e Mayotte, che fanno fronte a una situazione catastrofica a causa della saturazione dei dispositivi, delle tensioni tra le comunità e del degrado delle condizioni di salute degli stranieri.

Siamo a vostra completa disposizione per contribuire all’elaborazione e alla messa in atto di questa politica.

Nell’attesa di un incontro dopo l’estate su questi argomenti, porgiamo loro, signora Ministra, signor Ministro, i nostri più cordiali saluti.

Associazioni firmatarie:

FNARS
Secours Catholique
France Terre d’Asile
La Cimade
Médecins du Monde
Secours Islamique
UNICEF
Salam NPDC
Auberge des migrants
Croix Rouge Française
Fondation Abbé Pierre
Emmaüs France