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tratto da Reporterassociati.org

Francia: come privare dell’assistenza sanitaria 400mila immigrati

Parigi, 13 Agosto 2005. La decisione del governo francese di subordinare l’assistenza medica alla condizione di residente legale ha privato del diritto alla sanità circa 400.000 immigrati senza documenti. Lo scorso 29 luglio, il governo ha introdotto una nuova legge secondo la quale tutti gli immigrati che hanno bisogno di assistenza sanitaria devono presentare prove del loro ingresso legale nel paese. Questa norma non solo rappresenta un problema per gli immigrati senza permesso di ingresso o di residenza, ma lo è anche per i medici.

“Il governo ha imposto al personale medico una pesante responsabilità etica. Anziché dedicarci a ciò per cui siamo stati consacrati, ovvero garantire assistenza sanitaria al malato, dobbiamo prima verificare i documenti di identità”, ha dichiarato Patrick Pelloux, presidente dell’Associazione francese dei medici di pronto soccorso. D’altra parte, la presidente dell’organizzazione umanitaria Médecins du Monde, Francoise Jeanson, ha detto all’IPS che “la cura deve costituire la priorità, i controlli amministrativi vengono dopo la terapia”. “Il governo crede che sia il contrario “, ha aggiunto. Il ministro dell’interno, Nicolas Sarkozy, annunciando la nuova legge, ha dichiarato che “la truffa nell’ambito del trattamento sanitario è inaccettabile”. Tuttavia, le associazioni mediche considerano queste “truffe” elementi marginali. “Il costo di questi interventi non supera i 700 milioni di dollari all’anno, meno dello 0,5 per cento del bilancio totale di assistenza sanitaria della Francia”, ha spiegato Jeanson. Oggi gli immigrati che hanno bisogno di assistenza medica negli ospedali pubblici devono presentare prove della loro residenza legale in Francia da almeno tre mesi, mentre in passato bastava che firmassero una dichiarazione di identità.

La nuova legge limita inoltre l’assistenza medica gratuita a persone che guadagnano meno di 690 dollari al mese e stabilisce che le entrate degli immigrati vengano calcolate in base alle loro condizioni abitative. “È assolutamente ridicolo”, ha dichiarato all’IPS Christophe Adam, collaboratore di un centro di Médecins du Monde a Bordeaux. “Proprio in questo momento”, prosegue, “ho tre pazienti del Benin, compresa una donna incinta, che vivono in una cantina abbandonata. Come posso calcolare le loro entrate in base a questo?”. L’organizzazione umanitaria Act Up, che aiuta i malati di Aids, ha osservato che la nuova legge fa parte di “una campagna immorale contro gli immigrati”. Secondo un portavoce di Act Up, la nuova norma è rivolta proprio agli immigrati che soffrono di Aids o di altre malattie come epatite e tubercolosi. Nel 2002, primo anno di governo di Jacques Chirac, il 94 per cento degli immigrati che hanno chiesto la residenza provvisoria in Francia l’hanno ottenuta. Nel 2004, la percentuale è scesa al 45 per cento. La residenza provvisoria è un documento chiave per accedere alle cure mediche gratuite in un pronto soccorso.

Secondo quanto riportato nel permesso, il trattamento gratuito è riservato agli immigrati i cui paesi d’origine non dispongono di strutture mediche equivalenti a quelle esistenti in Francia. Con l’obiettivo di ridurre il numero di immigrati che possono godere dell’assistenza medica in Francia, il governo ha redatto una lista di paesi, in particolare dell’Africa sub-sahariana, con un livello di assistenza sanitaria considerato soddisfacente. “Di fatto, il governo francese vuole obbligare i malati a tornare nei rispettivi paesi d’origine, nonostante in quegli stati la possibilità di ricevere cure adeguate sia insufficiente”, ha dichiarato Pelloux. Le conseguenze di questa legge possono essere mortali, avvertono gli attivisti. “Abbiamo già denunciato che da due anni il governo sta negando assistenza medica a molte persone gravemente ammalate, nonostante l’accesso alle terapie nei loro paesi d’origine non sia assolutamente migliorato”, rivela un comunicato del Comitato medico per gli esiliati e i richiedenti asilo.