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da Il Piccolo di Trieste del 22 luglio 2007

Gestione del Cpt, no alla Croce Verde

Il Consiglio di Stato ha respinto l’appello della onlus gradiscana

La struttura isontina esclusa dalla gara per l’appalto aveva presentato ricorso contro Ministero e Prefettura di Gorizia.
Ruchini (Minerva): «Dimostrata la nostra correttezza, adesso basta con le polemiche perché si creano pericolose tensioni all’interno della struttura»

Gradisca. Il Consiglio di Stato ha rigettato il ricorso presentato da Croce verde gradiscana, Cooperativa Aurora, Ister-International school for training expertise and reserarch e Cooperativa sociale Project contro la Prefettura di Gorizia e contro il Ministero dell’Interno in merito alla gara d’appalto per la gestione del Centro di permanenza temporanea di Gradisca.
Indirettamente ciò significa che non c’è stata alcuna volontà di esclusione delle ricorrenti per favorire Minerva, l’unica concorrente che ha soddisfatto i requisiti di competenza, professionalità, affidabilità e serietà e che quindi si è aggiudicata l’appalto.
La notizia è stata ovviamente accolta da Minerva con soddisfazione. «Adesso valuteremo se chiedere i danni o meno – ha commentato il presidente e legale rappresentante della cooperativa di Savogna d’Isonzo Adriano Ruchini, accompagnato dal avvocato Sanzin -. Prima di ogni decisione attendiamo di ricevere la sentenza, ma quanto deciso dal Consiglio di Stato prova che qualcuno ha voluto giocare. A questo punto non mi interessa fare polemiche, ma dopo un anno e mezzo di sofferenze, qualche sassolino dalla scarpa devo togliermelo. La domanda che mi pongo è: chi ha pagato le parcelle degli avvocati visto che la Croce verde gradiscana è una onlus e difficilmente può permettersi di spendere decine di migliaia di euro per presentare un ricorso che non aveva neppure i presupposti per essere presentato? Tutta la causa è stata pretestuosa. Formalmente la Croce verde gradiscana era stata esclusa prima ancora della gara perché non aveva i requisiti né oggettivi, né soggettivi. Questo ricorso quindi non aveva senso».
Dopo questo pronuncamento giuridico, Ruchini chiede tranquillità. «Tutti gli ospiti del Cpt leggono quotidianamente una decina di giornali. Questo significa che le tensioni esterne arrivano all’interno della struttura e ogni elemento polemico può diventare il presupposto per creare nuove criticità. Il centro di permanenza temporanea c’è, è un fatto oggettivo, ma non abbiamo scelto noi di realizarlo. Il nostro obiettivo è essere più umani possibili e non abbiamo bisogno di lementi di disturbo. Per fare un esempio: al fine di ridurre al minimo le tensioni abbiamo scelto di tenere un medico 24 ore su 24 anziché soltanto sei ore al giorno perché sappiamo che questo può aiutare. Ci mettiamo la testa e il cuore, elemnti che non sono contenuti, né richiesti da alcuna convenzione e se non ci saranno i presupposti per lavorare in modo sereno e in sicurezza, mon è detto che avremo voglia di continuare».
La convenzione firmata da Minerva scade il 15 dicembre.
Stefano Bizzi