Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

da Il Manifesto del 30 giugno 2007

Gli immigrati fanno paura, la Bossi Fini la alimenta

di Luciano Albanese

Molti quotidiani hanno pubblicato con un certo rilievo un sondaggio da cui risulta che quasi un italiano
su due (46%) ha paura degli immigrati. I motivi del timore, secondo lo stesso sondaggio, sarebbero che
questi sono troppi, non lavorano, rubano, spacciano e compiono atti criminali, e soprattutto sono
clandestini. Questo sondaggio offre alcuni motivi di riflessione. Senza che gli intervistati ne siano
coscienti, infatti, le loro risposte descrivono non solo il fenomeno, ma anche la sua causa principale. La
maggior parte degli immigrati, si dice, sono clandestini, cioè non hanno un regolare permesso di
soggiorno. Ma quello che non è chiaro nella mente di un italiano su due, evidentemente, è che gli
immigrati, o la maggior parte di loro, non possono che essere clandestini, stante il fatto che grazie alla
legge Bossi-Fini non è materialmente possibile regolarizzarli. Teoricamente un extracomunitario
potrebbero avere un permesso di soggiorno se fosse chiamato dal suo paese di origine da un datore di
lavoro italiano. Questo può avvenire, concretamente, solo grazie ai cosiddetti «flussi migratori». Ma, a
parte il fatto che i flussi vengono banditi una volta ogni morte di papa, le quote di lavoratori previste
per ciascun paese extraeuropeo sono assolutamente ridicole, e riescono ad assorbire una parte
inconsistente delle richieste di assunzione. La prima conseguenza è che molti stranieri per non morire
di fame nel proprio paese vengono qui senza che nessuno li abbia chiamati, o senza che la chiamata
abbia sortito effetti, e oramai sono milioni quelli che vivono in Italia arrangiandosi. La seconda
conseguenza è che nessuno di noi è in grado di mettere in regola un immigrato clandestino che vive da
anni in Italia senza permesso di soggiorno, perché per avere un lavoro egli dovrebbe avere già un
permesso di soggiorno. La legge Bossi-Fini non ti consente di offrirgli un lavoro regolare: egli può solo
morire di fame o diventare un criminale. I clandestini, quindi, sono destinati a rimanere tali, e la
conseguenza sono esattamente i fenomeni che gli intervistati adducono a giustificazione delle loro
paure: prostituzione, furto, spaccio di droga, ecc. Quello che un italiano su due dovrebbe avere chiaro
in testa è che la legge Bossi-Fini alimenta la criminalità, ed è il principale fattore di insicurezza. Ma
evidentemente ai partiti di destra faceva comodo avere
qualche milione di irregolari in circolazione. Il
tema della sicurezza, com’è noto, è l’anticamera di ogni fascismo, non a caso anche le SS si
chiamavano «squadre di sicurezza». Purtroppo però la sinistra, specie al livello locale, si mostra
succube delle iniziative altrui, e cerca di cavalcare anche questa tigre. L’ultima trovata in ordine di
tempo è multare i clienti delle prostitute, piazzare telecamere dove la prostituzione viene esercitata, fare
ogni tanto qualche retata. Ma poiché la prostituzione viene ormai esercitata prevalentemente da
stranieri clandestini, queste misure non avranno altro effetto che spingere queste persone – che certo
non si prostituiscono per il loro piacere – ad esercitare attività peggiori, come spacciare o rubare. Non
occorre essere un genio per capire che la vera soluzione non sono le telecamere o le retate, squallida
reviviscenza dei tempi di Scelba,ma regolarizzare e integrare, tanto più che queste persone faranno dei
lavori che gli italiani non hanno più voglia di fare: badanti, camerieri, muratori, meccanici, idraulici,
cuochi, uomini di fatica, raccoglitori di pomodori, sono ormai più stranieri che italiani. E tuttavia tutto
lascia credere che questa soluzione, l’unica ragionevole, non sarà facilmente praticabile. Contro il
progetto di legge Amato c’è già una levata di scudi della destra, ora ringalluzzita dal successo elettorale
al Nord. Parallelamente la sinistra, dopo le paure suscitate dal successo del family day, sembra preda di
nuove convulsioni, ed è difficile prevedere il suo comportamento futuro. Essa sembra ormai solo in
grado di offrire «guanciali per la pigrizia del pensiero».