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da Il Giornale di Brescia del 17 febbraio 2004

Gli immigrati sono 2,5 milioni e vengono soprattutto da Est

Roma – L’Italia parla sempre più straniero, con l’accento dell’Europa orientale. Alla luce dell’ultima regolarizzazione, che alla fine ha portato nel Belpaese 650.000 lavoratori, sale ad almeno 2 milioni e mezzo il numero degli immigrati in possesso del permesso di soggiorno. Circa il 60% delle domande di regolarizzazione proviene dai Paesi dell’Est europeo. E proprio tre Paesi di quest’area (Romania, Albania ed Ucraina) s ono ai primi 4 posti della graduatoria delle nazioni di provenienza degli immigrati.
È la fotografia del Dossier immigrazione Caritas-Migrantes. Con l’ultima regolarizzazione, rileva la Caritas, i cittadini provenienti dall’Europa orientale in Italia hanno quasi raddoppiato la consistenza e sono ormai più di un terzo della popolazione immigrata. Gli ucraini sono passati dal 27° al 4° posto, i polacchi dal 12° al 7°, i moldavi dal 41° al 17°.
I romeni sono il gruppo più numeroso (240.000), seguiti da marocchini (227.000), albanesi (224.000) e ucraini (127.000). Prima della regolarizzazione i più numerosi erano i marocchini, seguiti dagli albanesi e dai romeni. Gli aumenti maggiori con l’ultima regolarizzazione si sono avuti per ucraini (8 volte più dell’aumento medio di tutta la popolazione immigrata, pari al 51%), moldavi (5 volte) ed ecuadoregni (4 volte). Sotto la media invece marocchini, albanesi, nigeriani e colombiani.
Per la Caritas, «non si può ritenere che con la regolarizzazione del 2002 sia stato soddisfatto il fabbisogno di manodopera aggiuntiva del mercato italiano». Il meccanismo cardine per l’inserimento lavorativo dall’estero resta la sola chiamata nominativa che, pur integrata con le possibilità di iniziative formative all’estero, non può essere considerata la soluzione di tutti i problemi finora emersi specialmente nell’ambito delle famiglie e delle piccole aziende.