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Dal Piccolo del 10 agosto 2006

Gli stranieri che possono diventare cittadini italiani in provincia di Gorizia

Se verrà approvata la nuova legge sull’immigrazione

Più di mille stranieri residenti a Gorizia potrebbero ottenere la cittadinanza italiana e acquisire quindi il diritto di voto. Questo accadrà se verrà approvata la nuova legge sull’immigrazione che prevede il dimezzamento dei tempi per diventare cittadini italiani. Dei quasi 2.200 stranieri che vivono in città, almeno il 50 per cento dovrebbe avere i requisiti per diventare italiano. Il disegno di legge prevede infatti la riduzione da dieci a cinque anni della permanenza in Italia. A questo si affiancherà, nelle intenzioni del Governo, un test per accertare il livello di integrazione che consisterà sostanzialmente nella verifica della conoscenza della lingua italiana.
All’anagrafe del Comune di Gorizia erano registrati al primo gennaio 2.147 stranieri il 19 per cento dei quali è giunto in Italia tra il 2000 e il 2001, il 57 per cento vi risiede da più di cinque anni. Se la legge verrà approvata dal Parlamento, sin dalle Comunali del 2007 i nuovi cittadini acquisiranno il diritto di voto: potranno incidere per il 4 per cento sul risultato elettorale.
In città saranno soprattutto gli extracomunitari provenienti dai Paesi balcanici a poter beneficiare della riduzione dei tempi per l’ottenimento della cittadinanza. In gran parte dei casi la loro permanenza è di vecchia data e la loro presenza piuttosto numerosa. Sono 560 i cittadini della ex Jugoslavia che vivono a Gorizia, 300 i bosniaci, più di 200 i croati, un’ottantina gli albanesi, seguono i macedoni, i romeni e quindi gli algerini, i marocchini e i cinesi. Da segnalare che fino ad oggi il numero di naturalizzazioni in provincia di Gorizia è molto basso. Solo 7,3 soggiornanti su mille hanno ottenuto la cittadinanza, la maggior parte dei quali non ha acquisito il diritto per anzianità di residenza ma per matrimonio. Anche su quest’ultimo punto la nuova legge intende intervenire, nel caso specifico per rendere meno rapido il procedimento, scoraggiando così i matrimoni di comodo. Novità verranno introdotte anche per i nuovi nati: se almeno uno dei genitori vive stabilmente in Italia da cinque anni, il bambino potrà diventare automaticamente cittadino italiano.
Gli stranieri residenti in città sperano che il provvedimento venga approvato al più presto dal Parlamento, per poter ufficializzare la loro presenza e acquisire diritti e doveri dei loro concittadini.
«Siamo contenti – commenta Mohamed Kabli dell’associazione culturale cittadina El Houda, che riunisce un centinaio di immigrati provenienti dai Paesi dell’Africa settentrionale -. Non possiamo che accogliere con piacere questa novità: è chiaro che vivendo qui da tempo, lavorando qui e facendo frequentare le scuole italiane ai nostri figli il desiderio di acquisire la cittadinanza è forte. Vogliamo integrarci totalmente». Nato in Marocco e residente a Gorizia da diversi anni, Kabli non ha dubbi sul successo che otterrà tra i suoi connazionali quello che fino ad oggi è ancora un disegno di legge. Sarà il Parlamento, infatti, a doversi ora pronunciare riguardo allo snellimento dei processi di naturalizzazione degli immigrati residenti in Italia. «Di richieste di acquisire la cittadinanza italiana ce ne saranno sicuramente – sottolinea Kabli – ed è ovvio che sia così. L’opinione è condivisa anche dai miei connazionali: vivendo in questo Paese è naturale desiderare di esserne cittadini. Si tratta di un passo molto importante».

Annalisa Turel

Stranieri: uno su quattro subito cittadino monfalconese
Se il Governo Prodi decreterà il dimezzamento dei tempi d’attesa per diventare a tutti gli effetti cittadini italiani allora a beneficiare della nuova normativa sull’immigrazione saranno anche i 477 stranieri residenti a Monfalcone.
Il dato, riferito dall’ufficio anagrafe, riguarda tutti coloro che risiedono da almeno 5 anni in città. La scorciatoia potrà essere applicata nel nostro Comune qualora il disegno di legge attualmente al vaglio del Parlamento venga approvato.
Dei 2.282 cittadini extracomunitari presenti sul territorio, dunque, un quarto della popolazione detiene attualmente i requisiti idonei a ottenere l’applicazione del provvedimento.
La comunità croata risulta essere quella più interessata dallo sconto, con 114 potenziali italiani. Segue quella bengalese con 81, quella serba-montenegrina con 47, la bosniaca con 35, l’albanese 29, la macedone 29, l’ucraina 14, la senegalese 12, l’algerina 11, la rumena 10. Per le altre etnie presenti sul territorio, invece, numeri sono più contenuti. Da segnalare che la comunità cinese, che pur negli ultimi tempi ha aperto – specie in centro – diversi esercizi commerciali, potrà per il momento contare solo su 3 futuri italiani.
Il totale di 2.282 cittadini stranieri a Monfalcone rappresenta quasi un decimo della popolazione complessiva. Ma se per l’anagrafe la fetta di immigrati più consistente che beneficerà della nuova legge proviene dalla Croazia, in realtà la maggior parte degli stranieri veste la bandiera del Bangladesh, con 670 persone presenti in città. Seguono a ruota i macedoni (378) e i bosniaci (283).
L’aspetto più interessante da sottolineare è che se questi 477 immigrati a breve diventeranno italiani, potranno, automaticamente, presentarsi alle urne durante le prossime elezioni. Anche per questo, nelle intenzioni del Governo, al provvedimento si affiancherà un test per accertare il livello di integrazione individuale, ovvero un approfondito esame della conoscenza linguistica. E cosa accadrà ai nuovi nati? Se almeno uno dei due genitori vive stabilmente nel Paese da cinque anni, il nascituro potrà diventare cittadino italiano subito dopo aver emesso il primo vagito.
«Accolgo con soddisfazione la proposta del governo – afferma Hossein Muktar, bengalese, più conosciuto col nome di Mark, presidente della Consulta immigrati – perché così anche gli immigrati otterranno il diritto di recarsi ai seggi per scegliere il politico più adatto. Oggi gli stranieri pagano regolarmente le tasse e seguono tutte le leggi, ma nonostante ciò non possono sentirsi cittadini al 100 per 100. Così, se il provvedimento andrà in porto, le cose cambieranno: sono infatti convinto che il diritto a un lavoro, a una casa o all’assistenza sanitaria si può conseguire solo attraverso un percorso politico. E la cittadinanza italiana consente di attuarlo a 360 gradi».
«Si tratta di un segno di civiltà – commenta invece il vicesindaco Silvia Altran – che consente di considerare gli stranieri non più come ospiti, ma come parte integrante della comunità. Conferire la cittadinanza in tempi più celeri significa estendere la partecipazione e, contemporaneamente, responsabilizzare le persone. Nei paesi europei dove un processo analogo è stato avviato, penso alla Germania, le convivenza è nettamente migliorata, specie sotto il profilo della legalità».
Tiziana Carpinelli