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Gorizia – Concluso il processo per la divulgazione del progetto del Cpt, tutti assolti

Comunicato stampa dell'Osservatorio Contro il Cpt

“Tutti prosciolti perchè il fatto non sussiste” così oggi il giudice ha posto fine alla vicenda giudiziaria di 6 attivisti del movimento contro i Cpt, il sindaco di Gradisca, Franco Tommasini, e una dipendente comunale; l’accusa era quella di aver divulgato “Segreti di Stato” attraverso la diffusione delle planimetrie del Cpt di Gradisca d’Isonzo.

Una sentenza che da una parte fa luce su quanto accaduto e dall’altra “urla vendetta” per le modalità con le quali è stata portata avanti l’accusa e per tutti i Segreti che ancora non si vogliono svelare sulla grande “Truffa Cpt”.

Un’indagine questa venuta alla luce nel marzo 2005 con le perquisizioni, ad opera dei Carabinieri di Gorizia, alle case di due attivisti e con il sequestro dei loro computer, restituiti proprio il giorno in cui all’interno del Cpt veniva internato il primo migrante; e, per chi non crede alle coincidenze, questo non è un dettaglio…

Un’indagine prorogata e trascinata per due anni con intercettazioni telefoniche ai cellulari e ai telefoni di casa, verbali di pedinamenti, interrogatori che spaziano dal capo di Gabinetto della Prefettura di Gorizia agli operai che costruivano il Cpt. Un impianto accusatorio che come un castello di carte è crollato alla prima udienza quando il giudice, dopo averne predisposto il sequestro, ha semplicemente visto che sulle carte depositate in Comune non v’è traccia di timbri di secretazione o riservatezza.

Un procedimento questo che dovrebbe far rivoltare i “bravi contribuenti” (anche a noi piacerebbe avere la rendicontazione di questa operazione) e che palesa a tutti, con la sentenza di oggi, il suo carattere repressivo e persecutorio nei confronti di chi in questi anni ha portato avanti e ancora oggi continua a farlo, una battaglia di civiltà contro i campi di deportazione per migranti.

Se la sentenza chiarisce che gli atti relativi al Cpt non erano segreti, qualcun altro oggi dovrebbe ammettere il fatto che l’averli trattati come tali aveva lo scopo di impedire l’accesso alle informazioni, in primis ai cittadini, su cosa fosse in costruzione a Gradisca e sulle procedure che hanno portato sul territorio isontino quello che da più parti è stato definito “un abuso edilizio da 20 milioni di euro”, perpetrato dallo Stato!

Risultati diversi si sarebbero ottenuti e si otterrebbero se la stessa solerzia e lo stesso investimento di “intelligence” ed economico messo nel condurre questo procedimento giudiziario, venisse riversato per fare luce sulla “Truffa Cpt” svelando finalmente i dati, i costi, i soggetti che hanno mangiato e continuano a mangiare sulla pelle dei migranti.

E, sempre nell’ottica delle coincidenze che non esistono, accogliamo questa sentenza proprio nel giorno in cui un nuovo soggetto, la cooperativa “Connecting People” di Trapani, si siede al banchetto del CPT di Gradisca, pronta a mangiare il più possibile, come in questi anni ha fatto Minerva.

Osservatorio Contro il Cpt