Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

da Il Piccolo di Trieste del 27 aprile 2007

Gradisca, aumenteranno i clandestini al Cpt

Continue denunce da parte degli extracomunitari sulla qualità della vita nella struttura di via Udine.

Oggi visita della Menapace. Uno studio per verificare la possibilità di trasferire all’ex Polonio gli ospiti di altri centri.

Gradisca. Potrebbe aumentare già nelle prossime settimane, se non addirittura nei prossimi giorni, il numero dei clandestini trattenuti nel Centro di permanenza temporanea di Gradisca. Nell’anno di apertura della struttura di via Udine gli «ospiti» non sono mai stati più di una cinquantina al giorno: attualmente sono 53, tre dei quali «trans» ospitati nella sezione femminile per tenerli divisi dalla cinquantina di maschi. Ma il Cpt è stato realizzato per ospitare 250 ospiti: con la programmata chiusura dei centri di Brindisi, Ragusa e Crotone potrebbe esserci la necessità di dirottare negli altri centri le persone là trattenute. E Gradisca potrebbe essere una soluzione. In Questura a Gorizia si starebbe lavorando a questa ipotesi, anche se le fonti ufficiali non lo confermano.
Certo, un possibile incremento nel numero degli ospiti aumenterebbe notevolmente l’impegno del personale della Minerva che gestisce la struttura e che già ora si trova a dover affrontare quotidianamente emergenze di ogni tipo. Anche ieri un clandestino algerino – comunicando con i giornalisti via telefonino: a tutti gli ospiti viene consegnato un apparecchio cellulare direttamente dalla direzione del Centro – ha lamentato le difficili condizioni di vita all’interno della ex Polonio lamentandosi, tra l’altro, della qualità del cibo, dell’impossibilità di tenere i propri abiti e dello scarso numero di sigarette passate loro quotidianamente. «Siamo trattati come in carcere» ha denunciato il clandestino algerino.
Proteste queste che sono peraltro all’ordine del giorno all’interno della struttura, dove si sono spesso ripetuti nel passato anche tentativi di suicidio: in questa maniera gli ospiti vengono accompagnati al pronto soccorso dell’Ospedale di Gorizia da dove, non essendo sottoposti a particolari controlli, possono più facilmente allontanarsi. «Chi si ritrova all’interno del Cpt non ci sta volentieri, questo è indubbio…» ammette una fonte della Prefettura.
Da parte loro, alla Minerva ricordano il proprio impegno per rendere la migliore possibile la qualità della vita dei trattenuti all’interno della ex Polonio. Lo dice il presidente della Cooperativa Adriano Ruchini (che ricorda come l’assistenza medica sia comunque costante all’interno della struttura, ben superiore alle 6 ore previste dalla convenzione) e lo conferma il direttore Paolo Zotti. «È vero, hanno a disposizione ’solo’ un pacchetto di sigarette ogni due giorni, ma è il numero fissato dalla convenzione. È vero, non possono vestire i propri abiti ma quelli forniti da noi, ma anche questo è previsto dal regolamento e comunque gli abiti personali vengono riconosegnati al momento dell’uscita». Ma all’interno della struttura gli operatori devono quotidianamente fare i conti con le rivalità esistenti tra le diverse etnie (e pare che, ad esempio, particolarmente difficili, se non impossibili, siano i rapporti tra marocchini e nigeriani), con la copresenza di persone di religioni diverse (con quel che ne consegue per la preparazione anche dei pasti), con le storie personali (spesso fatte di carcere e di droga) che ciascun ospite si porta dietro.
Il tutto, comunque, senza che i giornalisti possano verificare di persona: a dispetto delle dichiarazioni di apertura fatte dal ministro Amato martedì scorso, una circolare ministeriale ha appena confermato il divieto ai giornalisti di mettere piede all’interno dei Cpt. Se ne riparlerà, forse, la prossima settimana, quando una riunione su questo tema è stata convocata a Roma. Al Cpt di Gradisca dovrebbe invece entrare per una visita, oggi alle 15, la senatrice di Rifondazione comunista Lidia Menapace, acompagnata dall’assessore provinciale Licia Morsolin. La Menapace in mattinata, alle 10, visiterà incece il carcere di Gorizia.


Immigrati, il Cpt di Gradisca potrebbe ospitare i clandestini provenienti dai centri chiusi
Sarebbe l’effetto del ddl Amato-Ferrero

Gorizia. Potrebbe aumentare già nelle prossime settimane, se non addirittura nei prossimi giorni, il numero dei clandestini trattenuti nel Centro di permanenza temporanea di Gradisca d’Isonzo. Nell’anno di apertura della struttura gli «ospiti» non sono mai stati più di una cinquantina al giorno: attualmente sono 53, tre dei quali «trans» ospitati nella sezione femminile per tenerli divisi dalla cinquantina di maschi. Ma il Cpt è stato realizzato per ospitare 250 ospiti: con la programmata chiusura dei centri di Brindisi, Ragusa e Crotone potrebbe esserci la necessità di dirottare negli altri centri le persone là trattenute. E Gradisca potrebbe essere una soluzione. In Questura a Gorizia si starebbe lavorando a questa ipotesi, anche se le fonti ufficiali non lo confermano. Certo, un possibile incremento nel numero degli ospiti aumenterebbe notevolmente l’impegno del personale della Minerva che gestisce la struttura e che già ora si trova a dover affrontare quotidianamente emergenze di ogni tipo. Anche ieri un clandestino algerino – comunicando con i giornalisti via telefonino – ha lamentato le difficili condizioni di vita all’interno della ex Polonio lamentandosi, tra l’altro, della qualità del cibo, dell’impossibilità di tenere i propri abiti e dello scarso numero di sigarette passate loro quotidianamente. «Siamo trattati come in carcere» ha denunciato il clandestino algerino.