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Gradisca d’Isonzo – Due migranti reclusi nel Cpt in sciopero della fame

Dal 23 luglio sono in sciopero della fame, vogliono solo essere liberi

Arriva l’estate ed anche al Cpt di Gradisca d’Isonzo salgono le temperature, e non solo quelle, come era facilmente immaginabile sale anche la tensione.
E’ la prima estate della nuova gestione della struttura, passata dalla Cooperativa Minerva alla Connecting People, una cordata di cooperative già gestore di diverse strutture per migranti nel sud Italia, e nonostante il Governo cerchi di tenere il Cpt a basso regime con pochi ospiti non mancano i problemi e le tensioni interne.
Dal 23 luglio due migranti, uno palestinese ed uno tunisino, sono in sciopero della fame. Il primo è la quinta volta che viene recluso in un Cpt, per quattro volte ha passato due mesi dietro le sbarre e le mura di diversi centri per uscirne sempre con il foglio di via che lo invitava ad abbandonare il territorio nazionale entro cinque giorni. Solo una volta è stato portato in ospedale, ma quello psichiatrico, perchè la “permenenza” nel Cpt di Modena lo stava facendo letteralmente impazzire. Chiede solo di venir liberato, di poter costruirsi un futuro qui. Avrebbe anche voluto fare la richiesta per l’asilo ma al Cpt di Modena gli hanno detto che ha troppe espulsioni a suo carico per poter inoltrare la domanda. Magari se qualcuno l’avesse aiutato a farla subito, al suo primo ingresso in Cpt, ora non sarebbe rinchiuso a Gradisca d’Isonzo in sciopero della fame. Al sesto giorno ormai le sue condizioni cominciano a diventare critiche, non riesce neppure più a bere e la notte fra il quinto giorno ed il sesto ha vomitato sangue, segno che il suo fisico comincia a risentirne gravemente.
Insieme a lui in questa lotta si è affiancato un altro migrante, un Tunisino, anche lui chiede solo una cosa, semplice e chiara, essere liberi.
Così, mentre sui giornali locali si parla dell’uso dei militari per la sorveglianza della struttura, nessuno parla di quello che accade realmente dentro la struttura. Nessuno parla dello sciopero della fame dei due ragazzi, nessuno parla di come vengono “sedate” le richiesto troppo “rumorose”, come un mese fa, quando un migrante non ricevendo le medicine da lui richieste ha cominciato a protestare ed ad alzare la voce, è intervenuta la polizia.
L’unica voce fuori dal coro in questi giorni arriva dai Radicali: “Altro che brigata di cavalleria Pozzuolo. Per i Radicali i Cpt andrebbero proprio chiusi e in attesa bisognerebbe semmai inviarvi centinaia di maestri elementari utili a lenire la condizione di degrado umano e culturale in cui sono costretti degli esseri umani che non hanno commesso alcun crimine”.
Parole che rischiano di cadere nel vuoto.

Marco Visintin
Progetto Melting Pot – Redazione Friuli Venezia Giulia

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