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Gradisca d’Isonzo – Il nuovo corso del Cpt

Vinta dal Consorzio Connecting People la gara d'appalto per la gestione della struttura.

Gradisca d’Isonzo – Il nuovo corso del CPT

Vinta dal Consorzio Connecting People la gara d’appalto per la gestione della struttura.

Il Centro di Permanenza Temporanea di Gradisca d’Isonzo cambia anima e forse volto, è ufficiale l’assegnazione dell’appalto per la sua gestione al Consorzio Connecting People di Trapani.
Il Consorzio gestisce già la struttura di Trapani, Siracusa e Cagliari ed è una cordata di cooperative creata ad hoc solo per gestire strutture come i cpt o i cid.
Nonostante questo, già da subito, si è dovuto trovare una soluzione alla grana degli ex dipendenti Minerva che proprio per capire cosa ne sarà del loro lavoro, nei giorni scorsi, si sono incontrati con i rappresentanti sindacali e hanno dato vita a picchetti fuori dalla struttura isontina, le perplessità riguardano in particolare il mese di prova chiesto proprio dal nuovo ente gestore, non obbligato, così è previsto dalla legislazione in materia di cambio di appalti per le cooperative, all’assunzione.
Gare d’appalto, prezzi al rialzo, lotte intestine tra i diversi candidati, quella della gestione è una vera e propria battaglia di mercato, per il profitto. In questa partita, Ruchini, con la sua cooperativa Minerva ha avuto la peggio.

Ma nuovamente vediamo entrare in scena sul versante della gestione dei cpt cooperative e ONG , e nuovamente si dichiarano i buoni propositi di una “gestione diversa”, in quanto tutti ben a conoscenza del fatto che i CPT non sono famosi, in Italia e nel mondo, per essere fiori all’occhiello dell’ accoglienza e tanto meno della cooperazione sociale, ma per ben altro.
Si può perfino dire che queste realtà della cooperazione e del terzo settore hanno fornito in questi anni il sostegno ai tentativi di rendere più legittima la presenza dei cpt attraverso la politica dell’ “umanizzazione”, tesi che si è poi tradotta negli slogan del “superamento”, come riportato anche nel programma elettorale del Governo appena caduto.
Le stesse cooperative si sono tramutate in veri e propri paladini di questa “crociata umanizzatrice”, e tutto fa presagire che sopravvivranno anche sotto i prossimi governi.

Un’”umanizzazione” che, per quanto dato capire in questi primi giorni, si fonda sul doppio binario del guanto di velluto e sul pugno di ferro.
«Abbiamo fatto il prezzo giusto per la gestione di questo centro. Di sicuro non abbiamo intenzione di andare in perdita. In ogni caso non abbiamo vinto per questa voce. Abbiamo vinto per l’esperienza che abbiamo accumulato nel tempo. Il prezzo ha solo aggiunto punti al nostro progetto». Connecting People, attraverso sue società, indirettamente, si occupa già dei centri di Cagliari, Trapani e Siracusa. «A Trapani siamo entrati all’indomani dell’incendio che provocò sette morti. Da allora quel luogo è cambiato molto».
Parole del portavoce Connecting People Orazio Micalizzi, catanese, presidente della cooperativa “Enghèra” , aderente anche al consorzio CTM Altromercato, nonché personaggio molto noto negli ambienti cattolici della cooperazione, Micalizzi è molto conosciuto come esperto di politiche sociali e gira l’Italia come relatore a molte conferenze e incontri su cooperazione e volontariato, con la sua discesa in campo ha stupito non pochi anche nelle fila della sinistra.
Lo stesso Micalizzi fa capire che la poltrona più importante all’interno del cpt, quella del “responsabile” non sarà sua, ma andrà a Vittorio Isoldi, pensionato da poco, ma ex-vice  Comandante della Brigata di Cavalleria “Pozzuolo del Friuli”, nonché vice comandante del contingente italiano in Libano – UNIFIL, un militare esperto e di carriera, un tempo esponente dell’UDC, che a scanso di equivoci dichiara: «Per me è una sfida interessante. Mi impegnerò per garantire il benessere degli ospiti. Bisogna pensare al loro tempo libero perché ne hanno molto. Ci vogliono però i fondi».
Un curriculum niente male per chi vorrebbe, ancora, nonostante tutto, vendere una immagine dei centri come spazi di accoglienza.

Le premesse con cui si presenta il nuovo ente gestore sembrano creare una certa inquietudine negli ambienti politici, istituzionali e non, anche se è altamente probabile che poco cambierà nella gestione della struttura di via Udine, almeno per i primi giorni.
Quasi certamente però il cpt di Gradisca è destinato a essere “al completo” per molto tempo, e questo comporterà quasi sicuramente un susseguirsi di rivolte, fughe e tentativi, come alcune sere fa, quando un gruppo di Algerini si è arrampicato sul tetto per protestare contro la notizia dell’arrivo del Console Algerino a Gradisca.

«Non è una struttura “riformabili” o “umanizzabile”. Quelli che in passato e che ancor oggi pensano di poter intervenire in maniera “riformista” su questi centri sono degli illusi. I cpt o si tengono in questo stato o li si smantella totalmente». E’ quanto dichiarato dai movimenti antirazzisti e dalle associazioni che si battono da anni contro queste strutture, a cui fa eco il commento dal deputato Salvatore Cannavò in visita al CPT proprio sei ore dopo il passaggio di consegne tra gli enti gestori.

Forse ora sarà più chiaro a molti quanto una struttura come quella del cpt sia un corpo totalmente estraneo in un territorio di frontiera storicamente meticcio com’è il Friuli Venezia Giulia.

Sicuramente sarà sempre più difficile convivere con una delle strutture detentive più grandi d’Italia, al servizio delle politiche nazionali e internazionali di contrasto e contenimento del fenomeno migratorio.

Redazione Melting Pot – Friuli Venezia Giulia