Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

dal Messaggero Veneto del 21 settembre 2007

Gradisca, presidio in vista al Cpt

Gradisca. «Il Cpt di Gradisca è un’enorme macchina d’ingiustizia e razzismo sovvenzionata con milioni di euro dei cittadini, migranti compresi. Sentiamo l’esigenza di rompere un ipocrita dibattito che vede la politica istituzionale perdere definitivamente credito rincorrendosi su chi la spara più grossa sul tema della sicurezza e funzionari di Stato con deliri autoritari che battono le campagne in cerca dell’uomo di colore ed è per questo che sabato 29 settembre, a partire dalle 15, torneremo lungo via Udine per tentare di comunicare ai reclusi che la nostra terra non è solo una galera». Con queste parole l’ “Osservatorio Cpt”, la sigla sotto cui sono confluiti movimenti e associazioni protagonisti delle manifestazioni di protesta che hanno preceduto l’apertura del centro di permanenza temporanea di Gradisca, ha annunciato via Internet e agli organi di stampa un nuovo presidio davanti alla struttura isontina.
«La presenza sul nostro territorio di uno dei più grandi centri di concentramento d’Italia per cittadini migranti – si legge nella nota – ci porta al centro di una vera e propria pantomima. I centri di detenzione come quello di Gradisca sono diventati in breve tempo uno dei nodi principali entro cui l’Europa tenta di “governare” il fenomeno dell’immigrazione e questo produce criminalizzazione, rivolte, cariche e fughe. Una situazione di coprifuoco stile Baghdad, con centinaia di uomini di polizia, finanza e carabinieri impegnati nella caccia all’uomo in tutta la Regione nei confronti di profughi e migranti che hanno come unica colpa quella di ricercare libertà, dalla guerra, dal carcere e dall’“accoglienza” del ministro Amato. Il binomio migrante uguale criminale che si sta tentando d’imporre alla società è un razzismo istituzionalizzato».
(ma.ce.)


Clandestini fuggiti: ricerche senza esito

Ancora nessuna traccia dei 4 clandestini, su 13, protagonisti della fuga dal Cpt di Gradisca, episodio avvenuto nella prima mattinata di venerdì scorso.
L’estensione delle ricerche a tutto il territorio regionale, infatti, non ha al momento dato esito. Nel centro immigrati di via Udine, intanto, continuano a essere ospitati circa 230 immigrati (a fronte di una capienza massima di circa 250 posti), affollamento che al momento rende improponibile nuovi trasferimenti di clandestini provenienti dai centri di prima accoglienza del Meridione.
Le due fughe a distanza di appena due settimane, seguite ad altrettante rivolte, restano tuttavia un dato indicativo di «una situazione che di giorno in giorno diventa sempre più esplosiva» – ha recentemente dichiarato l’assessore regionale all’Immigrazione, Roberto Antonaz – e che sarà inevitabilmente fra i temi principali che saranno affrontati questo pomeriggio a palazzo Torriani, dov’è in programma (alle 16) una riunione sulla sicurezza nel territorio alla quale presenzierà anche il sottosegretario all’Interno, Ettore Rosato.
Un summit che vedrà sedersi allo stesso tavolo anche i vertici di Questura e Prefettura di Gorizia, parlamentari e consiglieri regionali e le amministrazioni comunali della provincia di Gorizia e della Bassa friulana. Già annunciata, congiuntamente da Comune di Gradisca e Regione, la presentazione di una richiesta d’urgenza per l’invio di rinforzi agli organici delle forze dell’ordine impiegati sul territorio in generale e, nello specifico, nel servizio di vigilanza del Cpt, al termine della riunione (che sarà a porte chiuse) è attesa l’emissione di un atto unico da inviare al ministero dell’Interno e al cui interno, è facile prevedere, sarà riportata la posizione delle amministrazioni locali e regionali, ovvero quella di una ferma opposizione al centro di permanenza temporanea.
«È stato fatto un atto grave nei confronti di Gradisca – ha ribadito nel corso della sua recente visita a Gradisca lo stesso Antonaz –, ma la battaglia non è persa. Bisogna pensare a una riconversione della struttura. Qualsiasi concentrazione degli immigranti è, infatti, sbagliata, poiché crea automaticamente un problema sociale».
(ma.c.)