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da Il Piccolo del 29 gennaio 2004

Gradisca trema: via libera al centro immigrati

Il centro immigrati alla «Ugo Polonio» di Gradisca non è mai stato così vicino alla sua realizzazione. La certezza arriva dalla confessione-choc del sindaco Gianni Fabris: «Per i lavori di ristrutturazione della caserma è già stata effettuata una gara d’appalto: esiste una ditta che l’ha vinta ed esiste già un direttore dei lavori». Una rivelazione che squarcia il velo sulle reali motivazioni del blitz che già stamane porterà a Roma il primo cittadino, il governatore della regione Riccardo Illy, l’assessore Roberto Antonaz ed il vicepresidente provinciale Franco Sturzi (Giorgio Brandolin oggi è chiamato a presiedere la delicata assemblea delle Autonomie e non potrà prendere parte alla missione) per ribadire al ministro degli Interni, Giuseppe Pisanu, il fermo rifiuto di tutti gli enti locali ad una simile struttura sul territorio regionale. Un tentativo, per la verità, che a questo punto appare quantomeno disperato.
Come temuto da più parti, l’iter per la realizzazione del centro di temporanea permanenza nella caserma della statale 305 negli ultimi tre anni non si era mai fermato. Rimane la sorpresa per la candida ammissione del primo cittadino: «È una notizia di cui siamo venuti a conoscenza solo alcuni giorni fa. – assicura – Ed ecco spiegato il motivo dell’incontro urgente che il governatore Illy ha richiesto al Ministro Pisanu». In realtà, però, in certi ambienti la notizia circolerebbe da almeno un mese: già prima di Natale il presidente della Regione avrebbe, infatti, richiesto udienza a Pisanu, allarmato dalla silenziosa ma ormai tangibile operatività del progetto. E la testimonianza di alcuni cittadini, che nell’ultima settimana hanno notato un inconsueto viavai in prossimità della «Polonio», non farebbe altro che confermare un’ipotesi: la novità proprio freschissima non è. «È da tre anni che prosegue il silenzio di Roma. Il Comune che rappresento ha chiesto in tutte le maniere al governo ragguagli sulle sue intenzioni, ma non ha mai avuto alcuna risposta ufficiale (e Fabris sottolinea significativamente quest’ultimo aggettivo, ndr). E dire che nel frattempo si sono alternati due esecutivi e tre ministri» denuncia. In effetti, quanto di sua competenza l’ente locale isontino l’ha fatto: due consigli comunali avevano sottoscritto un documento per ribadire la propria contrarietà ad una struttura che avrebbe tutti i requisiti del lager (non parliamo infatti di centri d’accoglienza, ma di centri di identificazione) e che mal si sposerebbero con la vocazione di sviluppo della fortezza. Proprio questa, a fine dicembre, era sembrata la carta vincente per scongiurare l’incubo: il protocollo d’intesa per un polo universitario internazionale alla «Polonio», firmato dall’amministrazione comunale con una branca del Ministero delle Infrastrutture, sembrava il migliore dei salvagenti. Aggiungiamoci l’imminente ingresso di Gradisca nel club dei «Borghi più belli d’Italia» ed il recente sviluppo commerciale della statale 305, con tre centri di grande distribuzione un giorno a pieno regime, ed ecco che l’incompatibilità del centro immigrati col tessuto cittadino pareva il tasto giusto per scacciare l’incubo.
Oggi alle 12.30 a palazzo Chigi la missione capeggiata da Illy ribadirà con fermezza questi concetti al ministro Pisanu: Gradisca ed il Friuli Venezia Giulia non vogliono i centri di temporanea permanenza propriamente detti. «No al carcere, nemmeno se dovessero tramutarlo nel migliore dei residence. – graffia Fabris – Altrimenti prenderà corpo la strada della protesta e della resistenza democratica nelle nostre comunità». Concetti espressi proprio un mese fa dall’assessore regionale Antonaz ad un’assemblea indetta da Rc sulla delicata questione.
Luigi Murciano