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da L'Unità del 22 gennaio 2004

Gravi violazioni dei diritti umani nei Cpt. La denuncia di Medici senza frontiere

Sono colpevoli di «gravi violazioni dei diritti umani e della dignità della persona» i 16 Centri di accoglienza per immigrati (11 di permanenza temporanea in Italia e 5 ibridi per l’identificazione di chi richiede asilo) dove sono arrivate lo scorso anno 17.000 persone. La denuncia arriva da Medici senza Frontiere, che lunedì prossimo presenta un rapporto sui centri di Permanenza Temporanea in Italia, una ricerca condotta nel corso del 2003 sull’assistenza sanitaria, la condizione delle strutture di accoglienza, il rispetto dei diritti umani e delle procedure di gestione dei centri.

«La politica italiana sull’immigrazione mostra gravi lacune – ha spiegato Loris De Filippi, responsabile dei progetti italiani di Medici Senza Frontiere – e il rapporto chiede al governo italiano e alla società civile di istituire un’authority indipendente ed imparziale in grado di monitorare il rispetto dei diritti umani, l’assistenza sanitaria e le procedure per l’asilo all’interno dei centri».

Una misura, questa, che appare ancora più urgente e necessaria, dopo l’ultima e allarmante notizia arrivata un paio di giorni fa dal Cpt di via Mattei a Bologna, dove sarebbero stati somministrati abbondanti dosi di sedativi mescolati a cibo e bevande a tre immigrati clandestini ospiti della struttura. Le sostanze sono state trovate nel sangue dei tre uomini, ma solo la settimana prossima saranno resi disponibili dalla scientifica i referti analitici sugli alimenti sospettati di contenere barbiturici, a quanto ha riferito Enrico Cieri, sostituto procuratore a capo delle indagini presso la Procura di Bologna, dopo che i tre hanno depositato una denuncia contro i medici della Croce rossa.

La richiesta di chiudere i Cpt e di rivedere completamente la politica sull’immigrazione arriva dal deputato dei Verdi, Paolo Cento:
«Mettiamo sotto accusa non solo il Cpt di Bologna ma l’esistenza stessa di queste strutture che rappresentano una violazione della dignità degli immigrati – ha detto – Su quanto accaduto nel centro di Bologna sarà la magistratura ad accertare le responsabilità penali ma quelle politiche sono evidenti, conSiderando che la legge Bossi-Fini ha ampliato da 30 a 60 giorni il termine di permanenza in queste strutture e ridotto le garanzie per gli immigrati. Per questo l’unica richiesta sensata è quella di chiudere i Cpt sparsi nel nostro Paese e modificare radicalmente il testo della legge sull’immigrazione».

Sulla questione di Bologna esiste un’interpellanza alla Giunta regionale presentata dal consigliere del Gruppo Misto -Italia dei Valori Bruno Carlo Sabbi, che ricorda di essere intervenuto sulla questione del Cpt «innumerevoli volte», invitando la Regione ad operare per rendere più vivibile la struttura, anche con la costituzione di un Osservatorio Permanente sull’attività e la gestione dei Cpt dio Bologna e Modena, di cui non si hanno notizie. Sabbi, auspicandosi un’ inchiesta in tempi rapidi da parte della magistratura, ha inoltre invitato la Giunta ad «appoggiare l’ azione di quelle organizzazioni e movimenti, che chiedono con forza la chiusura di questi centri, essendo ormai chiaro che i diritti civili delle persone rinchiuse sono, di fatto, fortemente limitati se non sospesi».

Contro i Cpt è prevista una manifestazione per il 31 gennaio, alla quale, però, non parteciperà il Bologna Social Forum che scenderà invece nelle strade della sua città per chiedere la chiusura del Cpt di via Mattei.