Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Grecia – Arriva in Parlamento il disegno di legge su asilo e politiche migratorie

Le iniziative di solidarietà con rifugiate/i e migranti ne chiedono il ritiro manifestando a piazza Syntagma

Fotografia dalla pagina Facebook di City Plaza (Atene)

15 maggio 2018 – Mentre oggi in Parlamento, ad Atene, comincia la discussione (che presumibilmente si chiuderà già in giornata con la votazione) del disegno di legge “Modifica delle procedure di asilo e altre disposizioni”, con cui il governo greco risponde tra l’altro alle richieste della Commissione Europea di accelerare le procedure di asilo e di intensificare l’espulsione di rifugiati e migranti in Turchia, molti collettivi di solidarietà e ONG si mobilitano ancora una volta per contestarlo, chiedendone radicali modifiche, quando non il ritiro.

Oltre alle disposizioni relative all’asilo, il disegno di legge introduce nuove regole circa le condizioni e modalità di gestione dell’accoglienza, il rilascio dei permessi di soggiorno e le politiche di integrazione delle/dei migranti già presenti da anni in Grecia.

Numerosi collettivi e iniziative di solidarietà hanno organizzato nel pomeriggio una manifestazione di protesta in piazza Syntagma, di fronte al parlamento. Ai promotori e ai “primi sostenitori” si sono subito aggiunte molte altre realtà (tra cui lo Steki Metanaston, “storico” punto di riferimento di “solidali”, rifugiate/i e migranti nel cuore di Exarchia, la Rete Panellenica dei Collettivi Antirazzisti e dei Migranti, il Coordinamento dei Rifugiati e Migranti, etc.).

Qui sotto, tradotto, il comunicato di convocazione.

No al nuovo, reazionario disegno di legge per i rifugiati

Solo due giorni dopo la decisione con cui il Consiglio di Stato ha cancellato il confinamento sulle isole dei rifugiati, il ministro per le Politiche Migratorie Dimitris Vitsas ha presentato in Parlamento un nuovo disegno di legge dal titolo “Modifica alle procedure di asilo e altre disposizioni“, nel tentativo di aggirare quella decisione e di accelerare il processo di asilo e le espulsioni in massa dei rifugiati.
 
Il disegno di legge ha introdotto una riduzione temporale di tutte le scadenze amministrative per la presentazione e l’esame delle richieste, ha proposto cambiamenti nelle modalità con cui sono prese le decisioni che rendono il sistema particolarmente rigido e punitivo per gli “applicanti”, e ha fissato particolari restrizioni riguardo al diritto di presentare un’ulteriore, successiva richiesta [in caso di rigetto di quella precedente, ndt].

Contrario a ogni principio di legge è [poi] la “fine del [processo di] secondo grado”, in cui si afferma che si può essere espulsi, una volta respinta in appello la domanda di asilo, anche se contro questa decisione si presenta ricorso al tribunale amministrativo, com’è di diritto.

Inoltre, le interessate/gli interessati possono essere escluse/i dalla procedura di asilo se non si presentano al programmato colloquio/intervista, [così come] se hanno “perso tempo” o provocato ritardi nel ricevimento della decisione relativa alla loro procedura di asilo.

In ogni emendamento proposto, i candidati sono trattati con sospetto come potenziali abusanti, come “consumatori del sistema di asilo“, [mentre] nel processo vengono introdotti molti nuovi obblighi per le/i richiedenti e si cerca di circoscrivere, limitandola, l’interpretazione della condizione di “vulnerabilità“, applicando inoltre un trattamento discriminatorio rispetto alla popolazione generale per quanto riguarda le scadenze amministrative. 

Riguardo all’imposizione di restrizioni geografiche, l’art.7 proposto specifica le condizioni a cui è sottoposta questa decisione, al fine di superare il problema posto dalla sentenza del Consiglio di Stato e di rimetterla nelle mani dell’amministrazione. Viene infatti affermato che la restrizione geografica può essere imposta, quando necessaria “per velocizzare il processo e per un efficace controllo delle richieste di asilo”.
 
Inoltre, il disegno di legge prevede disposizioni circa le “condizioni materiali di accoglienza” che incorporano la relativa direttiva europea. Con le nuove regole riferite alla “limitazione o interruzione delle condizioni materiali di accoglienza” si crea nelle strutture per le/i rifugiate/i un intero sistema di sorveglianza e punizione. Esempi tipici [a questo proposito] sono la possibilità di interruzione delle prestazioni in caso di abbandono dei centri o nel caso di violazione delle loro regole di funzionamento, e – ancora – se si evidenza un “comportamento violento“. 
 
[Il disegno di legge] è una mostruosità reazionaria progettata per la “decongestione delle isole” che moltiplica le espulsioni di massa e riduce drasticamente i tempi di attesa del – pressoché certo – rifiuto delle richieste di asilo per la maggior parte delle rifugiate e dei rifugiati che si trovano negli hot spot dell’Egeo.

[Il disegno di legge] va nella stessa direzione delle modifiche al sistema di asilo dell’UE proposte dall’‘iniziatore’ dell’accordo UE-Turchia Gerald Knaous, gradualmente adottate dai governi dei Paesi dell’Unione europea: il completamento dell’esame delle richieste entro due settimane, la possibilità di rimpatriare le/i “rifiutati” entro poche settimane nei paesi di origine – un obiettivo da conseguire attraverso la firma di nuovi accordi fra governi – e di tenere le/i richiedenti asilo in luoghi chiusi per tutto il tempo necessario all’esame delle loro domande.

Due anni dopo l’accordo fra UE e Turchia, e in considerazione degli sviluppi del conflitto miliare in Siria e in altri Paesi, Atene e Bruxelles si stanno preparando a prevenire nuove “ondate” di persone disperate, mentre tengono bloccate/i più di 15.000 rifugiate/i sulle isole.

È nostro dovere non lasciare che le/i rifugiati in Grecia e Turchia diventino strumento di contenziosi [tra i due Paesi] o prede della Fortezza-Europa razzista, che prima li uccide nel loro Paesi e poi li fa annegare nel Mediterraneo.

La lotta per la libertà di movimento e per l’uguaglianza dei diritti di rifugiate/i e migranti è l’unica risposta possibile. Il suo primo passo è il ritiro della legge razzista Tsipras-Vitsas recentemente depositata in Parlamento.

Per questo motivo convochiamo per oggi, martedì 15 maggio, nel giorno della votazione del disegno di legge, una manifestazione di protesta davanti al Parlamento.

Promotori

Coordinamento Antifascista Atene-Pireo
Antinazi Zone
Rete per il Supporto Sociale a Rifugiati e Migranti
Movimento Deporta il Razzismo
Scuola della Domenica dei Migranti
Ambulatorio Sociale/Farmacia Solidale di Iliou
Ambulatorio Sociale/Farmacia Solidale di Patision/Acharnon
Coordinamento delle associazioni di Rifugiati-Migranti, delle associazioni di studenti e dei collettivi
Refugee Accomodation and Solidarity Space City Plaza

Sostenitori:

Movimento della Sinistra Radicale
Anasynthesi- ONRA
Rete per i Diritti Politici e Sociali
Organizzazione Internazionale Socialista Xechinema
EEK-OEN
Commissione Diritti – LAE
NAP