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Grecia – I richiedenti asilo si cuciono la bocca

di Anna Giralt Gris

Le autorità greche le chiamano strutture di pre-trasferimento per migranti, ma assomigliano più a prigioni. Molti residenti sono rinchiusi senza aver commesso alcun crimine, ma semplicemente perché stanno provando ad ottenere l’asilo in Europa. Per questo, riferiscono di venire detenuti per mesi, imprigionati in stanze affollate e spesso picchiati.

“Non abbiamo avuto altra scelta, così abbiamo iniziato lo sciopero della fame, ci siamo cuciti la bocca e abbiamo smesso di mangiare e bere” dice Farhad, che ha chiesto di non essere identificato, temendo ritorsioni per aver parlato. “Chiunque farebbe di tutto per ottenere la libertà. Alcune persone hanno provato a suicidarsi per essere liberate, altre sono diventate pazze in quei posti”.

Farhad aveva solo 17 anni quando è arrivato in Grecia dall’Afghanistan. Racconta di essere stato detenuto nel centro di detenzione di Corinto per 14 mesi prima di ottenere l’asilo politico a dicembre.

“In generale là hai paura, sei terrorizzato” – dice – “Se la polizia decide di attaccare là dentro, non fanno attenzione a chi è chi, ognuno che si trova di fronte a loro può diventare una vittima. Noi eravamo spaventati e ci nascondevamo sotto i letti”.

Sono circa 6.500 i migranti che al momento sono imprigionati nei centri di detenzione greci, co-finanziati dall’Unione Europea come parte dello sforzo di limitare l’immigrazione. La Corte Europea dei Diritti Umani, il Comitato UE per la prevenzione della tortura e le ONG hanno ripetutamente definito le condizioni in questi centri inumane e degradanti.

Fonte: globalpost
Traduzione di AteneCalling.org