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Guinea: le condizioni di vita della popolazione rimangono tuttora precarie

Tribunale di Venezia, ordinanza del 7 febbraio 2018

Photo credit: Angelo Aprile

Con questa ordinanza il Tribunale Ordinario di Venezia riconosce la protezione sussidiaria ad un cittadino della Guinea, partito dal suo Paese il 10 gennaio 2014, per timore di essere ucciso negli scontri scoppiati a livello locale, tra i gruppi Guerzè e Malinkè.

Il giudice ritiene che la storia del ricorrente appaia credibile, anche alla luce di quanto precisato in sede di audizione, e approfondisce la situazione di criticità ed instabilità politico-istituzionale che caratterizza la regione.
Scrive che “..nonostante la normalizzazione politico-istituzionale degli ultimi anni, le condizioni di vita della popolazione in Guinea rimangono precarie, alimentando tensioni sociali che si sommano a quelle politiche e, in taluni casi, etnico-religiose: in tale quadro non è raro che manifestazioni degenerino in scontri in piazza, talora con morti e feriti”.

Riporta, inoltre, un recente rapporto di Amnesty International, il quale rileva “che in Guinea vi è una situazione caratterizzata da restrizioni della libertà di espressione e riunione pacifica, con uso eccessivo della forza nei confronti dei manifestanti e cultura dell’impunità in favore delle forze dell’ordine”.
Alla luce di tali risultanze e della presumibile situazione di violenza generalizzata ed indiscriminata che vige nella detta regione, l’autorità procedente ritiene che sussista un fondato rischio per i civili di subire gravi minacce alla vita ed alla salute.
Sussistono, pertanto, nel caso in esame fondati motivi per ritenere che, nel caso di rimpatrio, il richiedente sarebbe esposto a situazioni di grave rischio personale, per cui adeguata alle sue esigenze è il beneficio della protezione sussidiaria”.

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Tribunale di Venezia, ordinanza del 7 febbraio 2018