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Rubrica: Un mondo, molti mondi

Human Rights Watch - Stati Uniti, la nuova regola infrange le norme sull’asilo

L’amministrazione crea una nuova base per l’esclusione dei richiedenti asilo

- Link dell’articolo originale (ENG)

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Traduzione a cura di: Francesca Zaccheo

(Washington, DC) - L’amministrazione Trump ha annunciato il 15 luglio 2019 una nuova regola che impedisce l’applicazione del diritto di asilo a praticamente chiunque attraversi il confine meridionale degli Stati Uniti dopo essere passato attraverso un Paese terzo , denuncia Human Rights Watch.

"La nuova regola dell’amministrazione Trump dimostra un assoluto disprezzo per gli obblighi che gli Stati Uniti hanno nei confronti dei richiedenti asilo", ha affermato Bill Frelick, direttore per i diritti dei rifugiati presso Human Rights Watch. "Scarica i richiedenti asilo in altri Paesi senza alcuna assicurazione di ottenere un’udienza equa".

La "Regola sull’asilo nei Paesi terzi" stabilisce un nuovo motivo di ineleggibilità per l’asilo, eliminando sostanzialmente la parola "sicuro" dalla disposizione "Third-Country Asylum Rule" (Regola sui Paesi terzi) già esistente nella legislazione degli Stati Uniti. La regola esistente, in conformità con la legge e le pratiche internazionali, consente alle autorità di immigrazione degli Stati Uniti di trasferire un richiedente asilo a un Paese terzo che abbia con gli Stati Uniti un accordo formale di riammissione, Paese nel quale il richiedente asilo non sarebbe perseguitato e avrebbe accesso a una completa ed equa procedura di asilo .

Gli Stati Uniti e il Canada hanno un accordo di sicurezza con Paesi terzi. L’accordo si basa sul presupposto che entrambi i Paesi abbiano standard e procedure di asilo comparabili e garanzie formali che un richiedente asilo trasferito da un Paese all’altro avrà una giusta valutazione della sua richiesta di asilo.

Secondo Human Rights Watch, la regola dell’amministrazione Trump viola queste misure di salvaguardia. Attraverso un ordine esecutivo, essa stabilisce una barriera all’asilo, secondo la quale chiunque attraversi la frontiera terrestre meridionale dopo essere passato attraverso uno qualsiasi dei Paesi terzi nel mondo, verrà rimandato in quella nazione. I richiedenti asilo verranno inviati in questo Paese terzo senza alcuna garanzia di un’udienza completa e giusta delle loro richieste di asilo. La regola contiene eccezioni per i richiedenti asilo che abbiano viaggiato attraverso Paesi non firmatari della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura o della Convenzione sui rifugiati del 1951 o del Protocollo del 1967 della stessa (solo 17 Paesi non ne fanno parte: Barbados, Bhutan, Brunei, Isole Cook, Grenada, India, Kiribati, Malesia, Myanmar, Niue, Corea del Nord, Oman, Palau, Saint Kitts e Nevis, Santa Lucia e Tonga). La norma, effettiva dal 16 luglio, include inoltre delle eccezioni per le vittime di "una forma grave di traffico di persone" e per le persone che avevano fatto domanda di asilo in un Paese terzo senza riceverlo.

"Gli Stati Uniti possono condurre in maniera efficiente ed equa le udienze in materia di asilo e non dovrebbero delegare questa responsabilità a Paesi con capacità molto inferiori", ha affermato Frelick. "Questa politica sembra essere motivata dall’atteggiamento sprezzante adottato dall’amministrazione verso richiedenti asilo, piuttosto che da un bisogno reale".

- Leggi l’approfondimento sulle politiche di asilo in Messico

Qual è la realtà della protezione ai rifugiati in Messico?
Prima parte | Seconda parte | Terza parte | Quarta parte

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[ 22 luglio 2019 ]
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Photo credit 2018 Jonathan Pedneault/Human Rights Watch

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