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Idomeni: da qui non si passa

Report, fotografie e video dal confine greco-macedone di Angela e Tommaso, #overthefortress

Idomeni, 12 marzo 2016 – Il confine è greco-macedone è chiuso. Difficile stimare le persone rimaste al campo di Eidomeni, ma si aggirano tra le 12.000 e le 15.000. Senza più nessuna speranza di passare, la maggior parte di loro è semplicemente bloccata senza che ci sia modo di proseguire.

La pioggia e la chiusura definitiva del confine hanno fatto si che molte persone lasciassero il campo. Alcune sono andate verso l’Albania dove sul confine con la Grecia sembrano esserci circa 1.000 persone bloccate dalla polizia.

Molti migranti hanno accettato la proposta di relocation, disponibile solo per alcune nazionalità, per la quale è stato promesso un hotel dove stare in attesa della burocrazia; ma i posti ovviamente sono finiti quasi subito.

Per questo molti altri sono restii a lasciare Eidomeni per andare in un altro campo, nel quale vedrebbero le libertà notevolmente diminuite. Anche di fronte ad un lieve aumento dei servizi, gli orari di rientro, i controlli e i divieti fanno preferire ai migranti un accampamento nel fango ma che consente loro di rimanere autonomi, di scegliere come e dove passare il proprio tempo e di cucinarsi da soli il cibo, seppur in fuochi improvvisati.

Sono anche cominciate le deportation verso la Turchia. Ci sono dei veri e propri campi di detenzione, tra cui quelli di Korinthos, Amigdalesa, Drama e Xanthi, dai quali partono 100-150 persone al giorno.

Più fonti hanno riferito che la polizia arresta in modo completamente arbitrario i migranti, violando leggi e diritti umani. In molte delle stazioni di polizia oltretutto non viene concessa la possibilità di richiedere asilo, indipendentemente dalla provenienza.

Da queste stazioni di polizia le persone vengono portate ai deportation camp, i campi di detenzione che molti attivisti locali hanno descritto come vere e proprie prigioni. Qui o viene fatta fare la richiesta d’asilo, se la nazionalità lo consente, altrimenti si si rimane in questi luoghi fino al trasferimento in Turchia.

Ricordiamo il ruolo infame di Erdogan: da un lato promette di occuparsi dei migranti per l’Europa in cambio di sempre più soldi (da 3 miliardi è passato a 6 miliardi), dall’altro ignora qualsiasi politica di integrazione creando enormi campi profughi. Senza dimenticare che con una mano continua la guerra ai curdi nel Kurdistan turco, mentre con l’altra supporta in modo sempre meno velato Daesh.

Oggi abbiamo assistito ad una protesta dei migranti, che sembrano essere molto frequenti ma allo stesso tempo meno radicali di quelle di questo inverno, dove le persone hanno tentato più volte di violare il confine. La protesta è cominciata e si è velocemente trasformata in un sit-in spontaneo. Le persone si sono radunate e distese sulla linea ferroviaria, invocando l’apertura dei confini e la possibilità di poter proseguire, sopratutto per la Germania.

Circa 250 persone hanno impedito per ben due volte il passaggio del treno merci verso la Macedonia. Moltissimi i bambini e le famiglie presenti alla protesta. Dopo molte ore di sit-in e di pioggia battente all’arrivo dell’ennesimo treno merci il blocco è stato sciolto. Qualche ora dopo anche gli ultimi manifestanti hanno lasciato il luogo.

Ancora una volta l’Europa dimostra il suo interesse solo per le merci, che non hanno nessuna difficoltà a circolare, mentre degli esseri umani vivono in condizioni disastrose solamente per avere come unica colpa l’esser nati dalla parte sbagliata di un confine.
Su queste rotaie e su questi fili spinati, a Eidomeni come a Calais, muore l’Europa dell’accoglienza e dei diritti umani.

Saremo in tanti il 25 marzo a partire dal Porto di Ancona per raggiungere la Grecia. Ribadiremo tutti insieme, in questo viaggio collettivo, che questa non è la nostra Europa.

Angela e Tommaso, 12 marzo 2016, #overthefortress