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Idomeni: noi rimaniamo qui

Autorità e polizia greca invitano i migranti e volontari a lasciare il campo, ma in pochi accettano

Passate le tensioni della settimana scorsa è tornata un’apparente calma al campo di Idomeni. Dopo l’ultimo tentativo di sfondamento dell’opprimente reticolato, bloccato con estrema violenza dalla polizia macedone, e il tragico incidente che ha portato alla morte di un uomo, sembra tornato un clima più disteso a ridosso del confine. Sappiamo però che basta una piccola scintilla per far risalire la tensione.
Nonostante i continui inviti delle autorità greche in pochissimi accettano il trasferimento volontario verso i campi governativi: è ormai chiaro a tutti che questi campi di destinazione sono di solito peggiori di Idomeni. Delle 13000 presenze registrate un mese fa, oggi l’UNHCR dichiara che al campo risiedono circa 9.900 persone, al 90% di nazionalità siriana.
La situazione del campo negli ultimi giorni è stata condizionata pesantemente dalle condizioni meteo: dopo i temporali pomeridiani, ieri è tornato il sole ma un vento impetuoso ha soffiato sul campo per tutto il giorno rendendo la vita impossibile e abbattendo centinaia di tende, tanto che gli attivisti di #overthefortress hanno lavorato fino a mezzanotte per aiutare i volontari dello Shelter Team a montare decine di tende e garantire così un riparo almeno alle famiglie con bambini.
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La vita al campo sta assumendo una sua fisionomia particolare, il lungo periodo di inattività pesa e la prospettiva di tempi di permanenza ancora lunghi mette in moto la voglia di essere soggetti attivi. Si sta creando una microeconomia di sussistenza che vede coinvolti molti profughi presenti al campo. Si moltiplicano infatti i banchetti di alimentari, piccoli punti vendita, barbieri più o meno improvvisati… Chi può investe il poco denaro e le tante capacità in un vivere più dignitoso e solidale all’interno del campo. Altri invece offrono il loro aiuto alle associazioni umanitarie presenti al campo, sia alle ufficiali che a quelle indipendenti.
Al “Idomeni Cultural Centre” tocchiamo con mano e ci inseriamo in questo meccanismo di stretta collaborazione tra attivisti indipendenti e profughi e lo stesso avviene all’ambulatorio medico dei Bomberos spagnoli.
Le cose da fare per rendere la vita al campo un minimo dignitosa sono ancora tante, e come #overthefortress stiamo mettendo le basi per attuare in tempi brevi dei progetti di cui ci pare ci sia estremo bisogno: il primo, assolutamente necessario con l’arrivo del caldo, prevede l’installazione capillare di punti doccia nelle zone periferiche del campo, quelle dove gli aiuti e i servizi faticano sempre ad arrivare e dove non sono presenti ONG.

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Inoltre da ieri la polizia gira per il campo a distribuire volantini plurilingue [1] (in calce all’articolo la traduzione) nei quali vi è un invito a trasferirsi nei campi governativi. Da questa mattina, sempre la polizia, invita anche i gruppi di volontari a fornire queste informazioni ai migranti e a lasciare il campo. Hanno invitato anche noi a spostarci e a fornire i nostri servizi nei campi governativi, ma quando abbiamo chiesto se saremmo potuti entrare anche come volontari indipendenti ovviamente si sono ammutoliti, ben sapendo che l’acceso non è consentito se non a ONG o associazioni riconosciute dal Governo.
Noi ovviamente scegliamo di continuare nel nostro lavoro a Idomeni con decisa ostinazione.
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Andrea Gabrieli e Tommaso Gandini, campagna solidale #overthfortress a Idomeni


[1] INFORMAZIONE AI RIFUGIATI – MIGRANTI

Ministero dell’Interno e della Ricostruzione Amministrativa

Voi siete in Grecia e siete ospiti in questo paese. È obbligatorio per voi seguire le regole ed istruzioni dello Stato greco.
I confini, e questa non è una responsabilità del governo greco, sono e rimarranno chiusi. Questo campo non soddisfa nessuna delle vostre necessità quotidiane di base. Cesserà di operare. Dovreste muovervi nei campi gestiti dallo Stato greco, in modo rapido e coordinato, sotto la responsabilità delle autorità greche.
Lo Stato greco vi offre l’opportunità di stare nelle strutture di accoglienza temporanea (campi, hotel, insediamenti e altre strutture) in varie aree del paese.
Queste strutture sono aperte ma sotto sorveglianza e controllate di modo che voi e le vostre famiglie siate sicuri. Là troverete cibo, cure mediche, vestiti e articoli per l’igiene.
Mentre vi troverete in queste strutture d’accoglienza, vi potrete muovere liberamente, uscire e rientrare, ma dovrete rientrare ad orari prestabiliti e rispettare le regole. Se non osserverete queste regole, perderete il diritto di restare.
Dovrete anche registrarvi. Poco dopo il vostro arrivo nella struttura, le autorità greche vi informeranno riguardo al vostro diritto di richiedere asilo in Grecia e sulle opzioni di riallocamento in altri stati dell’UE per coloro che soddisfano le condizioni e termini del programma di riallocamento. Riceverete anche informazioni sulla procedura di riunificazione familiare di modo da riunirvi con i membri della vostra famiglia negli Stati membri dell’UE.
Riceverete anche supporto legale e finanziario di modo da tornare nel vostro paese d’origine nel caso la vostra richiesta d’asilo sia rifiutata o nel caso desideriate ritornare.
È necessario che seguiate gli ordini ed istruzioni dei membri competenti dello staff che vi diranno come lasciare questo insediamento in una maniera ordinata e come essere trasportati in sicurezza verso le strutture d’accoglienza.