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Il 14 luglio parte la carovana Abriendo Fronteras verso la barriera di Melilla

Un'azione collettiva di denuncia delle politiche migratorie e di asilo dell'Unione Europea e dello stato spagnolo

Decine di collettivi di diverse città faranno rotta per Melilla il 14 luglio 2017, per dar vita a un’iniziativa di lotta in favore dei diritti delle persone migranti al confine sud.

La carovana Abriendo Fronteras ha deciso, in assemblea congiunta, che la prossima iniziativa itinerante sarà alla volta di Melilla. Più di venti collettivi di diverse città della Spagna hanno scelto di continuare a difendere i diritti di rifugiati e migranti e denunciare ciò che accade alle frontiere con una carovana. Quest’ultima, il 14 luglio 2017, partirà per il confine meridionale, dove, come sostengono, “i diritti umani sono più in pericolo rispetto a tutte le altre frontiere dell’Unione Europea”.

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Ongi Etorri Errefuxiatuak (Bizkaia e Gipuzkoa), l’Assemblea per la difesa dei migranti di Salamanca, il Movimento Bienvenidos Refugiados della provincia di La Rioja, la Casa de la Dona, Mujeres de Negro e Obrim Fronteres (Valencia), la Red Solidaria de Acogida, la Asamblea Antimilitarista, SOS Racismo, Ecologistas en Acción e collettivi organizzati in favore della chiusura dei CIE a Madrid; Gasteiz Irekia e Hiruña Harrera Hiria…

Sono solo alcuni dei molti gruppi o movimenti cittadini che si sono dati appuntamento lo scorso fine settimana a Madrid per discutere sulla prosecuzione di questa iniziativa, nata con il nome di Caravana a Grecia (Carovana verso la Grecia) e che quest’estate ha portato quasi 300 persone a Salonicco e ad Atene.

La decisione di fare tappa a Melilla concretizza quella che da tempo rappresentava la volontà della maggior parte dei collettivi. Dopo una prima azione in Grecia, considerata dalla carovana “fondamentale per denunciare una situazione finita sotto i riflettori dell’opinione mediatica”, dirigersi verso il confine meridionale spagnolo rappresentava “una tappa quasi obbligata”. Più di tre decenni di morti, innalzamento di barriere, criminalizzazione, trattamenti inumani, violenza diffusa e le illegali devoluciones en caliente (espulsioni immediate) degli ultimi anni sono i motivi che hanno portato alla scelta di tale destinazione.

Nella riunione plenaria, alle proposte sono seguite conferenze, seminari e dibattiti su diverse tematiche, come le politiche migratorie in Europa, il femminismo e le frontiere, le conseguenze del capitalismo, i cambiamenti climatici e il militarismo, le posizioni settarie e xenofobe, le politiche di accoglienza e i canali sicuri. Inoltre sono stati concentrati gli sforzi per gestire al meglio i lavori che serviranno al consolidamento di questa rete, come la comunicazione interna ed esterna, e il coordinamento delle campagne dei prossimi mesi.

In un simile momento di smobilitazione sociale e di normalizzazione della situazione dei migranti – in modo particolare dei rifugiati -, questa iniziativa nasce con l’intento di organizzare lotte congiunte con un obiettivo comune: contrastare le politiche attuate lungo le frontiere dall’Unione Europea e soprattutto dalla Spagna, puntando alla costruzione di città dove chiunque possa abitare, indipendentemente dalla sua situazione amministrativa o dal luogo di nascita.

Per questo l’iniziativa non si è limitata alle cosiddette frontiere esterne, ma si è concentrata anche su altri fronti, come la lotta per la chiusura dei Centri di identificazione ed espulsione (CIE), la depenalizzazione e la fine della persecuzione della vendita ambulante, le espulsioni immediate, i rimpatri e l’intero sistema repressivo derivato dalle politiche sulla sicurezza attuate dalla Spagna.

La riunione plenaria di questo movimento è nato qualche mese fa con il nome di Caravana a Grecia. Abriendo Fronteras, si è conclusa domenica a mezzogiorno con una manifestazione davanti al CIE di Aluche (quartiere di Madrid), dopo un breve incontro riepilogativo nel quale è stato approvato il cambio di nome e sono state gettate le basi dell’arduo lavoro che li attende.

Anche se mancano ancora otto mesi prima della partenza per Melilla, i vari gruppi organizzatori sono coscienti delle difficoltà che comporta questa nuova sfida, circa la gestione di un sistema logistico all’altezza di una mobilitazione di tale entità. I meno ottimisti sperano di portare perlomeno 700 persone al confine sud, sempre con l’intento di denunciare ciò che vi succede e solidarizzare con migranti e rifugiati, oltre che a dare manforte alle molte organizzazioni che durante l’anno svolgono un intrepido lavoro ai due lati della barriera.