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Il Comune di Milano si adegua alla normativa sul diritto all’istruzione

Ammessa all'asilo la bambina contro la cui esclusione era stato vinto il ricorso

Il Comune di Milano ha rinunciato all’annunciato ricorso contro la sentenza del Tribunale di Milano, che aveva accolto le ragioni di una madre che aveva visto negata l’iscrizione della figlia agli asili comunali.

La vicenda e il contenzioso risalgono ad alcuni mesi fa.

In dicembre, con un’ordinanza che regola l’iscrizione alle scuole dell’infanzia per l’anno educativo 2008/2009, il Comune di Milano aveva tentato di negare ai figli dei migranti senza documenti il diritto all’accesso agli asili: “Le famiglie prive di regolare permesso di soggiorno avranno la possibilità di iscriversi, purché ottengano il permesso di soggiorno entro la data del 29 febbraio 2008. La mancata presentazione del permesso di soggiorno entro tale data non consentirà la formalizzazione della domanda di iscrizione”.

In gennaio era stato presentato ricorso della madre esclusa dalle graduatorie perché senza documenti, portato avanti dagli avvocati Livio Neri e Alberto Guariso ed era interventuto il Ministro dell’Istruzione Fioroni, intimando al Comune Milano e al sindaco Letizia Moratti di ripristinare una corretta interpretazione del diritto all’istruzione che l’Italia, in ottemperanza al diritto internazionale, garantisce ai minori indipendentemente dalla regolarità di soggiorno dei genitori.

In febbraio il giudice della prima sezione civile del tribunale milanese, Claudio Marangoni, aveva accolto il ricorso presentato dalla donna che si era vista rifiutare l’iscrizione della figlia alla scuola materna in base alla circolare del Comune, definendola discriminatoria. Il tribunale con una ordinanza ha ribadito che il minore «gode del diritto di rimanere sul territorio nazionale e di avere tutti i diritti di assistenza che ciò comporta, a prescindere dalla condizione di regolarità o irregolarità dei genitori». Il giudice ordina con la sentenza al comune di cancellare la parte discriminatoria della circolare o comunque modificarla nel senso.

Di fronte alla notizia dell’inserimento della figlia in graduatoria, al tredicesimo posto, ha dichiarato: «Nella mia condizione di immigrata irregolare, non è stato facile prendere questa decisione. C’è sempre il rischio di essere espulsi».

L’invisibilità alla quale sono costretti i migranti senza documenti li spinge spesso, come denunciano le parole di questa donna, a non reagire quando vengono loro negati diritti. Anche quando si tratta di diritti del minore, categoria giuridica tutelata in modo particolare dal diritto internazionale e dal diritto italiano. Anche quando si tratta di diritti del lavoro, tutelati anch’essi a prescindere dalla regolarità del soggiorno da convenzioni internazionali.
Proprio per denunciare questa invisibilità a Verona e a Reggio Emilia si manifesterà nei prossimi giorni.

Elisabetta Ferri, progetto Melting pot

Vai ai precedenti articoli a cura della redazione sulla vicenda:

– 20 febbraio 2008, Comune di Milano: Impossibilità di iscrizione alle materne per i figli di immigrati irregolari
– 19 gennaio 2008, Adolescenti e bambini immigrati: verso una scuola interculturale?
– 16 gennaio 2008, Diritto all’istruzione – Chi garantisce l’universalità?