Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

da Peace Reporter del 21 settembre 2007

Il bastone e la carota

Spagna - Pattugliamenti, espulsioni e spot televisivi per scoraggiare l'immigrazione

Potrebbe essere definita a buon diritto la politica del bastone e della carota. Da un lato espulsioni forzate, dall’altro finanziamenti e campagne televisive nei Paesi di origine per scoraggiare l’immigrazione nella Fortezza Europa. Il bastone sono frontiere blindate, pattugliamenti via mare e via terra, rimpatri forzati. La carota sono 1,4 milioni di euro di campagna mediatica cominciata ieri sulla televisione senegalese. Le immagini degli spot realizzati dal ministero dell’Immigrazione e quello del Lavoro hanno un impatto emotivo molto forte, e sono accompagnate da testimonianze di parenti delle vittime dei ‘viaggi della speranza’ verso le Canarie. “Mio figlio è partito da otto mesi – dice una donna senegalese che appare sul video con le lacrime agli occhi – e io non ne so più nulla”.

Una goccia nell’Oceano. Successivamente, compare l’immagine di un ragazzo di colore che giace su una scogliera, probabilmente trascinato dal mare dopo essere annegato. “La fine della storia la sapete già”, conclude lo spot il cantante senegalese Youssou N’Dour, testimonial dello spot. “Migliaia di famiglie distrutte. Non rischiate la vita per niente. Voi siete il futuro dell’Africa”. La campagna, che è stata definita dai critici ‘una goccia nell’Oceano’, fa parte di una politica dell’immigrazione difesa con forza dal Primo ministro spagnolo José Luis Zapatero. Il piano per prevenire l’assalto alle coste spagnole comprende accordi con alcuni Paesi africani, tra cui Mauritania, Mali, Guinea Conakry, Guinea Bissau, Capo Verde e, appunto, Senegal.

Ottomila espulsioni. Il sostegno erogato a questi Paesi consta soprattutto di aiuti finanziari (in quattro anni la Spagna ha triplicato il budget per la cooperazione, che adesso ammonta a 700 milioni di euro), ma è costituito anche da sostegno legale, formazione (con la costruzione di scuole professionali che forniscano professionalità nel campo dell’edilizia, dell’agricoltura, della pesca, del turismo, del catering) e quote di emigrazione legale. In cambio, i Paesi africani dovranno riammettere gli illegali espulsi dalla Spagna, un problema, quest’ultimo, di non facile soluzione, considerato il trattamento che ricevono gli immigrati che tornano a casa, spesso sbattuti direttamente in prigione. Tra gennaio e agosto hanno raggiunto le coste delle Canarie 9.400 immigrati. Una netta diminuzione rispetto ai 24.300 dello stesso periodo del 2006. Il calo è dovuto alla politica di sorveglianza delle frontiere nell’ambito del programma europeo Frontex, ma soprattutto alla scelta di nuove rotte da parte dei migranti: Sardegna, isole greche e coste meridionali della penisola iberica. Nel 2007, la Spagna ha espulso oltre 8 mila migranti africani.

Luca Galassi