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Il bilancio di competenze all’interno di un progetto SPRAR

Strumenti e metodologie nei percorsi di inserimento lavorativo

Pubblichiamo un primo contributo per la rubrica di Salvatore Casale, Dott. in Psicologia, Responsabile orientamento e inserimento lavorativo centro SPRAR Sant’Angelo dei Lombardi (AV).

L’inserimento lavorativo di richiedenti asilo, rifugiati e titolari di protezione sussidiaria e umanitaria, ospitati in centri SPRAR rappresenta un servizio fondamentale atto a facilitare un processo di integrazione e un reinserimento nella società.
Il Bilancio di Competenza è una metodologia fondamentale per guidare questo percorso.
Carla Ruffini e Vincenzo Sarchielli, parlano di Bilancio come di “un processo complesso, costituito da un insieme di attività di analisi e di ricostruzione dell’esperienza socio professionale, che la persona realizza con riferimento alle proprie competenze ed al proprio contesto di azione”.
L’orientamento lavorativo con richiedenti asilo rappresenta una novità all’interno del contesto della Psicologia. Nella mia esperienza professionale ho potuto constatare come gli strumenti a disposizione debbano essere ricalibrati sulle reali esigenze e aspettative dei beneficiari. Bisogna precisare che questo tipo di percorso non è un percorso di supporto psicologico e di psicoterapia. Le fasi di un percorso di Bilancio di Competenze sono essenzialmente tre;

1 – Presentazione Analisi dei Bisogni
In questa fase che viene svolta in piccoli gruppi o singolarmente in specifici casi, si presenta il percorso che si intende realizzare cercando di creare un clima partecipativo che promuova l’ascolto attivo e il dialogo. La discussione guidata e l’utilizzo di materiale semi strutturato rappresentano gli strumenti indispensabili per portare avanti questo percorso. Dopo una presentazione collettiva volta a capire le aspettative che i beneficiari nutrono nei confronti di questo percorso si passa a una presentazione personale. Gli elementi semi-strutturati utilizzati sono la linea della vita. I beneficiari vengono chiamati a disegnare con pennarelli colorati una linea dritta indicando le esperienze della propria vita, sia quelle professionali che quelle personali come la nascita di un figlio, l’inizio del percorso migratorio. Questo permette di vedere graficamente le fasi della propria vita, ripensare ai momenti positivi e come si è riusciti a superare quelli negativi.

2 – Analisi del proprio percorso professionale e migratorio
Questa fase viene affrontata in maniera individuale o di gruppo a secondo delle esigenze. Il beneficiario viene invogliato ad analizzare le proprie esperienze lavorative individuando i punti di eccellenza e di difficoltà riscontrati nelle specifiche attività, stilando un elenco diviso in mansioni e responsabilità. La discussione guidata finale mira a creare una consapevolezza su quelle che sono le proprie capacità in ambito professionale. L’incontro si conclude con una consegna, pensare a un possibile lavoro da poter svolgere e cosa ci manca per realizzare questo obiettivo.
Questa fase può durare anche più di un singolo incontro in quanto inevitabilmente il beneficiario racconta anche la sua storia personale e il suo percorso migratorio. Il consulente deve porsi in una logica di ascolto attivo utile a stimolare le capacità di resilienza presenti in ognuno di noi.

3 – Progettare un percorso professionale e scolastico
La terza fase del percorso ha come scopo individuare un obiettivo che deve essere; Reale cioè deve essere un progetto o un’attività calibrata sulle reali capacità e potenzialità di chi la propone. Concreto deve prevedere delle azioni pratiche da realizzare che conducono a raggiungere il nostro scopo, ad esempio se un beneficiario vuole diventare Operatore Socio Sanitario perché nel suo paese ha acquisito capacità informale in questo ambito, deve programmare di concludere il percorso per conseguire la licenza media, iscriversi a un corso professionale, frequentare in maniera regolare le lezione e dedicare delle ore individuali per lo studio. Questo tipo di percorso che può sembrare scontato per molti richiede di investire le energie personali e incanalare le aspettative su un futuro professionale in un determinato ambito.
Questa fase si conclude con la stesura del Curriculum che avviene con il beneficiario e la stesura del profilo professionale che viene condiva con l’utente.

Il Pei (Progetto individualizzato di accoglienza) redatto per ogni singolo beneficiario permette di monitorare attraverso colloqui individuali l’andamento del nostro progetto professionale.