Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Comunicato del Lecce Social Forum ­su esposto e interrogazioni

Il caso del CPT Regina Pacis

Segnaliamo l’esposto firmato da sei membri della nostra delegazione entrata nel Regina Pacis il 30 novembre e consegnato stamattina alle 9.30 in Procura di Lecce.
Precisiamo che esso è l’unico esposto presentato dalla delegazione entrata nel Centro.
Esso segue le 17 denunce, presentate da persone trattenute nel centro, che già sono in Procura.
Precisiamo, inoltre, che la battaglia politica del movimento, non contro la Curia locale che pure gestisce il Centro, ma per la chiusura definitiva di
tutti i 14 Centri di temporanea permanenza in Italia continua e si rilancia. In febbraio, infatti, si terrà a Lecce un seminario internazionale sul tema dell’immigrazione promosso dal Tavolo Migranti dei Social Forum Italiani. Su un piano parallelo, il movimento, però, non poteva sottacere le drammatiche risultanze della visita nel centro di San Foca.
Nessun luogo in questo Paese, tantomeno il Regina Pacis, si può sottrarre a un legittimo e sereno controllo democratico da parte della magistratura e dell’opinione pubblica.

Lecce social forum

Per contatti: [email protected]

ESPOSTO

Al Sig. Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Lecce
dott.ssa Carolina Elia

1 – 1. In data 30.11.2002, al termine di una manifestazione organizzata dal Lecce social forum davanti al Centro di permanenza temporanea “Regina Pacis” di San Foca di Melendugno (Lecce), una delegazione composta, tra gli altri,
da alcuni esponenti del Lecce social forum, dall’on. Mauro Bulgarelli (Verdi), da Donato Margarito (Partito della Rifondazione Comunista), da don Angelo Cassano (parroco in Bari), Dino Frisullo (Senzaconfine) e dai giornalisti Stefano Boccardi (“Gazzetta del Mezzogiorno”), Stefano
Mencherini (giornalista indipendente), Ornella Bellucci (“Primavera Radio – Popolare Network”), Alessandro Leogrande (“Lo straniero”), Davide Carlucci (“la Repubblica”) – previa autorizzazione del Questore di Lecce – è entrata nel suddetto Centro, attualmente gestito dall’omonima Fondazione “Regina
Pacis”.

2 – Nel corso della visita, i sottoscritti membri della delegazione, hanno direttamente verificato che alcuni ospiti del Centro presentavano lesioni corporali di una certa gravità, quali fratture ancora scomposte ed ecchimosi molto estese. La maggior parte di loro non aveva ancora potuto incontrare né un medico, né un avvocato.
I responsabili del Centro giustificavano tale situazione addebitandola alle conseguenze di cadute avvenute durante un tentativo di fuga e, genericamente, ad episodi di risse fra gli stessi ospiti.
Questi ultimi raccontavano, al contrario, di aver subito all’interno del «Regina Pacis» percosse e maltrattamenti da parte di operatori appartenenti allo stesso Centro e da alcuni carabinieri in servizio, come punizione per una fuga (per alcuni di loro solo tentata) avvenuta alcuni giorni prima. Gli stessi riferivano che, nel medesimo contesto “punitivo”, al momento del loro reingresso forzato nel Centro, sarebbero stati costretti con metodi coercitivi e violenti (alcuni parlavano testualmente di “carne con bastone”) a mangiare cibi proibiti dalle loro convinzioni religiose, nella fattispecie carne di maiale. Fatto che, se accertato, potrebbe configurare l’ipotesi delittuosa, perseguibile d’ufficio, di “violenza per motivi etnici o
religiosi” prevista dall’art. 3 comma 1 lett. b) L.13 ottobre 1975 n.654.
Il “Lecce social forum” ha registrato, sempre nel corso della manifestazione del 30 novembre e prima che la delegazione entrasse all’interno del Centro, un filmato in cui si vede un ospite mostrare, attraverso le grate di una finestra al primo piano, una rilevante lesione sulla coscia dicendo “mi hanno picchiato!” e una donna piangere disperatamente(videocassetta che ci si riserva di produrre).

3 – In seguito ad altri contatti con gli ospiti del “Regina Pacis”, avvenuti successivamente, è stato riferito agli esponenti di pressioni e punizioni subite da coloro che avevano parlato con la delegazione. A questi ultimi, la
sera del 30, sarebbe stata negata la cena e sarebbero stati oggetto di minacce di ritorsioni in caso di denunce e di scelta di legali “non graditi”.

4 – La delegazione verificava, inoltre, che in stanze non più grandi di 26 mq., pressoché prive di fonti di luce esterna e di areazione, arredate con letti a castello, erano alloggiate anche 12 persone. E’ il caso particolare di un ambiente passante di 5,50 x 4,50 mt. ca, dotato appena di quattro luci
di 0,50 x 0,75 mt. ca ciascuna, poste ad altezza di almeno 2 mt dal piano di calpestio.
I trattenuti, d’altra parte, riferivano che l’erogazione dell’acqua calda nelle docce non ha una durata superiore a 15 minuti al giorno, a fronte delle esigenze igieniche di 185 persone (tante le presenze al 30.11.2002).

Da quanto emerso nel corso della visita presso il CPT “Regina Pacis” è scaturita una forte preoccupazione per quanto riscontrato e per quanto potrebbe ancora accadere.
Sia i diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione che quelli previsti dalla normativa vigente in materia di asilo, accoglienza appaiono palesemente violati.
E’ il caso di 58 persone provenienti dalle zone di confine fra Pakistan e Kashmir, che affermavano di provenire da villaggi e nuclei familiari distrutti e smembrati dalla guerra in corso tra India e Pakistan e di non
aver potuto formalizzare la richiesta di asilo, né nel centro di provenienza (Agrigento) né in quello del “Regina Pacis”, nonostante una permanenza in corso da quindici giorni. In occasione della visita del 30 novembre consegnavano alla delegazione (che a sua volta la consegnava alla Questura)
la richiesta d’asilo debitamente firmata e motivata.

Si segnala infine a codesta A.G. che alcune delle persone incontrate potrebbero essere già state rimpatriate e altre potrebbero esserlo a giorni e, alla luce di tutto quanto sopra esposto, si chiede alla S.V. di attivare con urgenza le opportune iniziative investigative.

Si allegano in appendice i servizi apparsi in questi giorni sulla stampa locale, a firma, fra l’altro, di giornalisti presenti in delegazione.

Lecce, 16.12.2002