Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Il circolo arci Thomas Sankara di Messina aderisce alla campagna promossa da Melting Pot

Pubblichiamo e riceviamo la lettera arrivata alla nostra redazione

Numerose segnalazioni giunte al nostro sportello mostrano come è ormai prassi comune per i migranti già presenti in situazione irregolare in Italia, venire vessati da tangenti in denaro, da poliziotti ai valichi stradali di frontiera europea, al fine di rientrare nel proprio paese di origine per ottenere il visto d’ingresso ai sensi del Decreto Flussi. E se questo “permette” il ringresso ai migranti provenienti da paesi in esenzione di visto cosa accade ai migranti proveniente da paesi con obbligo di visto e a tutti coloro che disgraziatamente hanno un passaporto di un paese non raggiungibile dall’Italia via terra?
Molti hanno già rinunciato a viaggi clandestini e pericolosi, continuano a vivere nella paura di una espulsione o peggio ancora di un rimpatrio.

Molte sono le storie incredibili, continuano ad esistere buchi di transito illegale, migranti nascosti nelle stive delle navi commerciali o passati da anomale “zone franche” di luoghi supercontrollati, viaggi pagati profumatamente che non fanno che alimentare le mafie e le piccole e grandi organizzazioni criminali che ringraziano il governo italiano di tanti e tali proventi esenti d’iva e di tasse.
Danno collaterale è la lunga attesa, tardano ad arrivare i nulla osta, e molti datori di lavoro rinunciano attoniti di fronte ad una burocrazia i cui tempi si dilatano vergognosamente.
Un nulla osta arrivato ad ottobre per un lavoro stagionale necessario nella stagione estiva diventa carta straccia, mentre l’attesa di mesi per un appuntamento al consolato per il rilascio del visto può tramutarsi in un “rimani a casa tua” soprattutto quando il contratto riguardava l’assistenza di una persona anziana o disabile, che spesso per motivi oggettivi non può aspettare senza dover necessariamente sostituire la/il lavoratrice/re.

Dove sono finite le promesse degli scorsi mesi, quando il ministro Paolo Ferrero dichiarava a Lampedusa : “non ci piace definirla sanatoria, ma si tratta di rendere visibili queste persone che già nei mesi scorsi avevano chiesto di essere regolarizzate attraverso le domande inoltrate agli uffici postali” .

E allora di che parliamo?