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Il diritto negato: dalle stragi in mare agli hotspot

Un documento della sezione ASGI della Puglia

Foto credit: Josh Zakary, Flickr

Le identificazioni approssimative, le interviste sommarie senza la minima considerazione del trauma per il viaggio, l’assenza di alcuna valutazione delle situazioni personali e delle condizioni di vulnerabilità (compresa la minore età), la mancata attenzione all’emersione di particolari necessità e bisogni, la discriminazione sulla base del paese di origine (il “racial profiling”), l’assoluta discrezionalità.

La sezione ASGI della Puglia testimonia in un documento i segnali inquietanti della trasformazione dell’accesso al diritto d’asilo che si prefigura sempre più selettivo in Italia e in Europa.

Il documento completo

Il diritto negato: dalle stragi in mare agli hotspot

Le stragi in mare sono ormai quotidiane e quasi non fanno più scalpore, come non indignano più di tanto i rifugiati ammassati alle frontiere che premono per l’apertura di un corridoio umanitario.

Gli scenari dell’immigrazione sono completamente cambiati, la situazione si evolve continuamente come le rotte dei trafficanti che ora volgono sempre più, anche a fronte della chiusura delle frontiere ad est, sul lato sud della costa adriatica, come dimostra l’ultimo naufragio avvenuto qualche giorno fa in Puglia.

Ma, allo stesso tempo, assistiamo all’apertura di nuovi spazi di detenzione, centri di contenimento e smistamento, luoghi privi di status giuridico ma con gravi ripercussioni sulla libertà e sui diritti dei migranti.

La strage dei migranti in mare e nell’attraversamento di paesi e confini continua, infatti, anche dopo le operazioni di soccorso in mare, continua alle nostre frontiere dove è decisa in modo del tutto arbitrario la sorte di chi è sopravvissuto al viaggio e ai trafficanti, chi far emergere e chi “sommergere”, chi accogliere e chi respingere. Difficile quantificare i “sommersi e i salvati”.

Già da diversi mesi erano emerse notizie su probabili espulsioni e respingimenti collettivi dei migranti provenienti in particolare da alcuni paesi come la Nigeria, il Gambia, il Senegal e i paesi dell’area del Maghreb, ma nell’ultimo periodo, a Taranto come in Sicilia, i sospetti sono diventati dati certi.

Appare urgente ed indispensabile affrontare una riflessione collettiva sulle profonde trasformazioni in atto nel complessivo sistema del diritto d’asilo tra respingimenti alle frontiere, selezioni arbitrarie, procedure illegittime, apertura di nuovi non-luoghi dall’incerto profilo giuridico, un inefficace sistema di accoglienza e la creazione di una nuova schiera di “irregolari”.