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Il dramma dei minori clandestini: appello del Comune alle istituzioni

Comunicato stampa del Comune di Venezia

“Qualcuno giustamente si vergogna delle leggi razziali imposte dal fascismo, ma la morte di un ragazzo a cui non sono garantiti i diritti umani e la dignità, sono un motivo per cui dovremo vergognarci altrettanto”. Con queste parole l’assessore comunale al Centro Pace, Luana Zanella, ha aperto questa mattina la conferenza stampa che si è tenuta a Ca’ Farsetti per parlare della grave situazione degli sbarchi al Porto di Venezia, in riferimento alla condizione dei minorenni afgani, soprattutto dopo la morte di Zaher Rezai, schiacciato dal tir al quale si era attaccato per uscire dal porto. “Dobbiamo considerare questi ragazzi come se fossero nostri figli – ha continuato Zanella – e garantire loro perlomeno i più elementari diritti. Dobbiamo fare in modo che le leggi nazionali e internazionali, anche se carenti, siano applicate, per consentire a questi ragazzi almeno l’accoglienza come rifugiati politici”.

“Ritenevamo opportuno smuovere l’opinione pubblica su questa tragedia tristemente annunciata – ha sottolineato l’assessore comunale alle Politiche sociali, Sandro Simionato – perché, come sempre, il Comune di Venezia continua a battersi e investire risorse, spesso senza il sostegno di altri enti locali o nazionali, ma solo con l’ausilio delle associazioni di volontariato, affinché i minori che giungono in Italia possano avere una speranza di un futuro dignitoso. Nel 2008, per affrontare le problematiche relative ai minori stranieri non accompagnati, il Comune di Venezia ha stanziato tre milioni e mezzo di euro: non so se quest’anno riusciremo a fare altrettanto, ma vogliamo trovare il modo per garantire comunque i nostri servizi di accoglienza e assistenza. Uno dei problemi più gravi che la morte del giovane afgano ha evidenziato è quello della mancanza di collaborazione da parte della Polizia che opera nel Porto di Venezia. Qui dentro non sappiamo cosa avviene, perché non possiamo intervenire con i nostri operatori e mediatori linguistici. La paura di essere respinti al proprio Paese fa sì che questi ragazzi usino mezzi disperati, come quello di legarsi ad un tir”.

Durante la conferenza stampa la responsabile del Servizio Pronto intervento sociale per non residenti, Rosanna Marcato, ha reso noto il contenuto del notes, interamente tradotto, di Zaher Rezai, in cui sono contenute poesie e pensieri scritti dal giovane. Per il rientro della salma in patria la comunità afgana veneziana ha lanciato un appello per raccogliere i fondi necessari. Inoltre le associazioni veneziane impegnate nell’ambito dell’immigrazione si sono riunite nel coordinamento “Tutti i diritti umani per tutti”, promuovendo un presidio sabato alle ore 10,30 al Porto e altre iniziative che saranno rese note nei prossimi giorni. Infine il Servizio Pronto intervento sociale per non residenti si sta attivando per promuovere le varie forme di affido familiare dei minori possibili (anche, ad esempio, per un fine settimana) per dare l’opportunità ai ragazzi immigrati soli di passare del tempo in una famiglia piuttosto che in una comunità.