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Il miglioramento delle proprie condizioni di vita rispetto al Paese di origine giustifica il riconoscimento della protezione umanitaria

Corte d'Appello di Roma, sentenza n. 111 dell'8 gennaio 2020

La Corte di Appello di Roma riconosce la protezione umanitaria ad un giovane richiedente asilo del Bangladesh.
I Giudici, richiamandosi alle sentenze della Corte di Cassazione del 13.11.2019 n. 29640, del 12 giugno 2019 n. 15794 e 4455/2018, osservano che:
– il ricorrente ha idoneamente dimostrato di aver cercato di integrarsi nel tessuto socio-economico italiano, cercando in questi ultimi 2 anni di procurarsi un attività lavorativa;
– si è allontanato dal paese di origine 5 anni fa a soli 17 anni, sicché se egli tornasse sarebbe del tutto sradicato da legami socio-economici rispetto ai concittadini;
– percepisce una retribuzione in Italia che gli consente di condurre un’esistenza libera e dignitosa, con ciò dimostrando capacità di migliorare la propria condizione socio-economica.

Rientrare perciò nel Paese di origine, gli creerebbe enormi difficoltà per la ricerca di un lavoro regolare e garantito, ma sopratutto retribuito congruamente, rispetto al livello reddituale raggiunto nel nostro Paese.
La necessaria comparazione, quindi, tra la sua attuale integrazione sociale nel nostro territorio con le più probabili e peggiori condizioni di vita che lo attenderebbero nel caso di ritorno in Patria porta a concludere che egli si ritroverebbe in stato di vulnerabilità se tornasse in Patria, come delineato dalla giurisprudenza della S.C.“.

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Corte d’Appello di Roma, sentenza n. 111 dell’8 gennaio 2020