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Il milione di migranti che non avete mai visto

Nando Sigona, Postcards From - 24 aprile 2017

La storia secondo cui 1 milione di migranti africani sono pronti o in procinto di raggiungere l’Europa dalla Libia non è nulla di nuovo e le affermazioni di Joseph Walker-Cousins, riportate dal Daily Mail, sono già state sostenute in precedenza da altri osservatori “ben informati”.

La notizia riaffiora periodicamente nei media (2015, 2016, 2017), ma la ripetizione non è prova di validità; piuttosto, è un esempio di come i grafici e i numeri abbiano un ruolo importante nel plasmare la nostra concezione e le nostre opinioni della cosiddetta crisi dei rifugiati, nonché nel definire le risposte politiche europee alle migrazioni via mare.

Tutto ciò nonostante sia stato ampiamente dimostrato (ad esempio con i casi riguardanti i doppi conteggi di Frontex, la presunta generosità del Regno Unito verso i minori stranieri non accompagnati, e ancora Frontex) come i dati in circolazione siano spesso inesatti e parziali, o addirittura sistematicamente gonfiati per soddisfare un’ampia gamma di interessi, non da ultimo per legittimare le crescenti spese nelle strutture di controllo dei confini e nel loro pattugliamento, per favorire le elargizioni di importanti donatori privati e pubblici e per alimentare la retorica anti-immigrazione per un tornaconto politico.

La storia del “milione di migranti pronti a sbarcare in Europa dalla Libia” è esemplificativa del fenomeno. Da un lato, evidenzia il potere dei numeri di infiammare il dibattito pubblico e politico e di alimentare lo “stato di crisi” che pervade le risposte politiche alle migrazioni via mare; dall’altro, indica la mancanza di rigore scientifico e al tempo stesso la resilienza che si accompagna spesso ai numeri della “crisi” così diffusi dai media globali e tra i circoli politici; tali numeri sono impermeabili ad ogni tentativo di dimostrarne l’infondatezza (si veda l’articolo di Cristina Del Biaggio).

Se è lecito chiedersi per quali motivi il direttore di Frontex vi abbia fatto riferimento più volte in passato, c’è una domanda più ampia da porsi: cosa rende questi numeri così resilienti? In “Destination Europe?” sosteniamo che le risposte europee alle migrazioni via mare sulla rotta del Mediterraneo siano basate sul falso presupposto che tutti i migranti africani attualmente in Nord Africa vogliano raggiungere l’Europa, nonostante vi siano prove del fatto che la migrazione intra-africana sia significativa (si veda anche questo report su uno studio del 2014 del Danish Refugee Council). La resilienza della storia del “milione di migranti” è esattamente questa: essa è funzionale a confermare questa ipotesi pur essendone, paradossalmente, il diretto prodotto.

In altri termini, dal momento che si dà per scontata la volontà di ogni straniero in Libia di raggiungere l’Europa – dimenticandosi le prove della lunga storia della Libia come polo di immigrazione di lavoratori migranti (in un modo simile al Marocco di oggi) – consideriamo tutti gli stranieri in Libia e nella regione come potenziali migranti pronti a salire su una barca. Come Simon McMahon e io dimostreremo in un articolo di prossima pubblicazione, questo presupposto influisce sul modo in cui i leader europei si rapportano agli stati africani e sull’articolazione della politica europea di esternalizzazione dei confini.