Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

Il nostro 3 ottobre dal porto di Venezia

Contro ogni vuota e ipocrita commemorazione. Per l'immediata apertura di canali umanitari e la libertà di circolazione di tutti i migranti!

Oggi, 3 ottobre, nell’anniversario della tragedia di Lampedusa gli attivisti di Razzismo Stop Venezia e della scuola di italiano per migranti Liberalaparola hanno scelto di manifestare al porto di Venezia per dire BASTA alle morti nel Mediterraneo, alla militarizzazione delle frontiere e alla violazione della libertà di movimento dei migranti.

In quella che è la nostra Lampedusa, una Venezia dai cui porti vengono costantemente respinti i migranti verso la Grecia violando i più basilari diritti umani, abbiamo distribuito l’appello “Il nostro 3 ottobre” – ispirato ai principi della Carta di Lampedusa – ed esposto uno striscione con scritto “mai più altri 3 ottobre” e “noi complici e solidali con i migranti, voi responsabili delle loro morti”. E’ stata anche versata della vernice rossa in acqua a simboleggiare le morti dei migranti e denunciare le politiche delle istituzioni nazionali ed europee che – attraverso il Regolamento Dublino, il regime dei visti, la militarizzazione dei confini (in particolare con l’agenzia Frontex), i centri di detenzione e il business sulle spalle dei migranti – sono direttamente responsabili delle morti nel Mediterraneo (almeno 3000 le morti solo negli ultimi 8 mesi) e della violazione dei loro diritti, primi fra tutti poter avere un’accoglienza degna e poter decidere in che paese vivere.

Per queste ragioni, mentre nelle stesse ore a Lampedusa le istituzioni italiane e europee mettono in scena un’ipocrita commemorazione, noi proponiamo soluzioni reali per dire NO alla Fortezza Europa e al gigantesco cimitero che è il Mar Mediterraneo: canali umanitari sicuri nei paesi da cui partono i migranti, diritto d’asilo europeo contro con conseguente abolizione del Regolamento Dublino, abolizione del regime dei visti, accoglienza degna per chi arriva nel nostro paese. E tutto questo insieme a battaglie e iniziative da organizzare a livello locale contro le sempre più frequenti retoriche razziste e fasciste che stanno invadendo le nostre città (come l’ultima proposta di Forza Nuova di schedare tutte le strutture che ospitano i migranti) e che dipingono i migranti come terroristi e portatori di malattie alimentando l’odio e l’intolleranza.

Dal mare di Venezia al mare di Lampedusa: un 3 ottobre con lo sguardo al futuro e non al passato, con lo sguardo all’azione e non alla commemorazione. Un 3 ottobre che non è una mera parentesi nel calendario ma un punto da cui tutti abbiamo il dovere di ripartire.