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Vignetta di Vauro, Il Manifesto del 1 ottobre 2008

Il pestaggio di Parma, città sicura – Sulla “carta” e non per tutti

Intervista a Paolo Gaibazzi dell'Ass. YaBasta di Parma, antropologo all'Università Bicocca di Milano

A Castelvolturno la strage di sei africani, a Milano l’omicidio di Abdul, a Pianura le tensioni culminate in violenza contro il corteo dei migranti della scorsa settimana, oggi, alla ribalta delle cronache, torna la città di Parma, dopo che negli scorsi mesi la stessa Polizia Municipale protagonista del pestaggio di Emmanuel era finita sotto l’occhio del ciclone per le alcune foto che ritraevano una prostituta accasciata dolorante in cella.
Non è dunque il primo episodio che vede la Polizia Municipale di Parma praticare violenze contro migranti e non solo. Le irruzioni a scuola per controlli anti-droga hanno provocato nel passato denunce per violenze da parte degli stessi giovani studenti

Sulla situazione di Parma abbiamo intervistato Paolo Gaibazzi dell’Ass. Ya Basta Parma , antropologo all’ Università Bicocca di Milano.

Non è il primo e probabilmente non sarà neanche l’ultimo episodio di questo tipo che accade a Parma, anche e soprattutto alla luce delle dichiarazioni dell’ assessorato e del Comando dei Vigili Urbani, che in qualche modo se ne lavano le mani, smentiscono, cercano di deviare l’attenzione su altre cose. In queste ore stanno tentando di accusare Emmanuel di essere “il palo” di uno spacciatore, come se eventualmente questo potesse giustificare in qualche modo le violenze di cui è stato vittima.
In ogni caso Parma, con la Carta di Parma – questo documento firmato da vari sindaci del Nord Italia per la sicurezza – è diventata una delle città simbolo ed uno dei tanti laboratori di questa retorica sulla sicurezza tanto blasonata, sulla quale poi si costruisce tutto il resto: la città sicura, che sicura non è, la città bomboniera. Alla fine, lo abbiamo visto in più occasioni, questa sicurezza è falsa, e va a ledere proprio chi la sicurezza non ce l’ha, nei fatti sgretolata dalla crisi economica da leggi razziste e quant’altro.

D: Come giustamente ricordavi, la Carta di Parma è stata l’inizio di un crescendo di episodi legati al “fenomeno” dei sindaci sceriffo. Vauro oggi, con una delle sue vignette apparse su Il Manifesto, coglie uno degli aspetti “grotteschi” di tutto questo: i sindaci sceriffo a fianco dei vigili del Ku Klux Klan. L’episodio di Parma ha veramente dei risvolti che richiamano gli Stati Uniti negli anni ’50.

R: Esattamente, quello che ha colpito e che indigna profondamente, sono questi scenari che emergono anche dalle parole di Emmanuel, simili ai racconti di Abu Graib: torture, persone tenute nude in cella, cose che non ci saremmo mai sognati di vedere in questa città. Sicuramente c’è una componente razzista molto forte in tutto questo, però attenzione, non dobbiamo dimenticare che Emanuel era anche uno studente come altri, che era fuori dalla sua scuola, che aveva appena portato la cartella in classe. Quello che è avvenuto è una cosa che colpisce in modo trasversale.
Questa criminalizzazione agisce su un sospetto, un sospetto che in qualche modo è sempre percepito, che in qualche modo aumenta, incrementa questo senso di insicurezza ed è più rischioso per chi ha la pelle nera ma in realtà si abbatte sulla cittadinanza più vasta, non solo su coloro che sono già discriminati per motivi di razza, genere ecc.

D: Ha colpito molto, uno dei particolari di questa vicenda vergognosa, quello della busta con cui Emmanuel è stato rilasciato e sulla quale c’era la scritta “Emmanuel Negro”. Come se insieme ai verbali ci fosse anche la giustificazione di quella violenza – la parola negro. Le istituzioni continuano a negare.

R: La sensazione è che si tratti di un gruppo di dilettanti che forse spaventa ancor di più. Nel senso che ci si chiede innanzi tutto come mai questa Polizia Municipale abbia tutti questi poteri di arrestare ed anche il perché nel Commando di Polizia Municipale vi sia una cella dove poter trattenere ed arrestate persone come se i Vigili Urbani fossero investiti da compiti di ordine pubblico in maniera sistematica.
Poi, e questo fa riflettere ancora di più, c’è da chiedersi, anche se le risposte le troviamo guardandoci intorno, come mai queste persone – i vigili urbani – si sentano autorizzate a compiere atti come quelli che abbiamo conosciuto. Questo senso di impunità, di legittimazione è frutto di una campagna mediatica, che produce insicurezza per poter agire pesantemente. Ricordiamo che a Parma stiamo aspettando, per ragioni che mi sfuggono, elicotteri, unità cinofile, per controllare una città che fondamentalmente di insicuro non ha poi granché.

D: C’è una specie di gara da parte degli amministratori a chi mette in campo apparati di sicurezza – per come la intendono loro – quindi forze dell’ordine, vigili che all’improvviso diventano dei militari, apparati militari che diventano vigili e quant’altro.
Mi sembra significativo citare che Parma ha dato un po’ l’inizio a queste cose con la Carta di Parma perché ci restano sempre nella mente i sindaci un po’ più sceriffi come Tosi, o come Gentilini, ad esempio, ma non si tratta di questioni isolate.
C’è un terreno di tensione sociale che rende legittimo il razzismo (Milano, Pianura, etc…), che cresce e nasce dentro a questo discorso securitario, fobico, mai veramente problematico nell’affrontare le contraddizioni del presente
.

R: Senz’altro. Quello che colpisce di più della vicenda di Parma è che sono le istituzioni stesse, i cosiddetti tutori dell’ordine e della legge, che diventano autori di questa brutta storia, orribile che ha sollevato una grossa indignazione. Inoltre bisogna dire che le istituzioni, l’assessorato, il Comune e via dicendo, hanno difeso questa linea, tendono ad insabbiare tutto, ad incolpare il ragazzo, cadendo anche nel ridicolo. In questo clima però troviamo anche persone che giustificano l’azione dei vigili nei confronti di Emmanuel.

D: La reazione della città?

R: La reazione è stata immediata. Appena la notizia è diventata pubblica varie realtà di movimento si sono radunate e hanno ragionato un po’ su come reagire a questa vicenda. La famiglia è stata contattata. Questa mattina la città era tappezzata di locandine col viso di Emmanuel, con messaggi di solidarietà, messaggi scritti sui muri di indignazioni verso questo carrozzone della sicurezza.
Sabato a Parma, in Piazza Garibaldi, proprio sotto il Municipio, dalle 15.30 ci srà un presidio voluto dagli studenti, gli amici di Emmanuel.