Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza
/

da La Repubblica - Cronaca di Palermo del 16 aprile 2004

Il rogo al centro “Vulpitta” assolto l’ex prefetto di Trapani di Laura Spanò

Leonardo Cerenzia era accusato di omicidio colposo. Il tribunale ha stabilito che non è responsabile per le carenze della struttura

Trapani – Per il terribile rogo del centro di accoglienza di Trapani che la notte del 28 dicembre 1999 causò la morte di sei extracomunitari, l’unico colpevole resta il tunisino che appiccò l’incendio dentro una camerata della struttura sperando così di provocare una fuga di massa. Fu invece una strage che dopo un paio d’anni ha visto indagato l’allora prefetto Leonardo Cerenzia, accusato dalla Procura di omicidio colposo. Ieri pomeriggio il Tribunale ha chiuso il processo di primo grado con l´assoluzione del prefetto, difeso dall’avvocato Francesco Crescimanno. Il pm Marzia Castaldi aveva chiesto per il prefetto la condanna a due anni.

Dopo la sentenza in aula c’è stato qualche attimo di tensione, alcuni esponenti dei centri per la pace hanno alzato la voce, protestato, qualcuno ha gridato «vergogna», lamentato che la giustizia non è uguale per tutti e si è mostrata senza pietà per i clandestini che quella notte trovarono la morte dentro la camerata. Grazie all´intervento dei carabinieri Cerenzia è riuscito a uscire: ai giornalisti ha detto soltanto che «con questa sentenza la giustizia ha fatto il suo corretto corso».
In questi anni di indagine il prefetto non ha mai voluto commentare la circostanza di essere indagato. La Procura da parte sua ha condotto una inchiesta approfondita, scoprendo quelle presunte inadempienze che hanno sostenuto fino in fondo la richiesta di condanna. Cerenzia andò via da Trapani, trasferito a Vercelli, con l’avviso di garanzia in tasca e con il centro finito sotto il sequestro della magistratura. Il “Vulpitta” dal rogo in poi è stato periodicamente soggetto a lavori di ristrutturazione e messa in sicurezza. E il pm durante il processo si era chiesto come mai una serie di interventi, come l’impianto antincendio, fossero stati compiuti solo dopo quella tragica notte. Cerenzia è finito sotto indagine perché è la prefettura per conto del ministero dell’Interno a occuparsi del centro di trattenimento. Ma per il Tribunale i morti di quel rogo non sono da attribuire a eventuali carenze della struttura: solo alla follia di quel tunisino.
Cancellate anche le presunte responsabilità di chi tra le forze dell´ordine aveva il compito di vigilare e nei confronti dei quali la difesa del prefetto aveva puntato l´indice. Quella notte furono due i tentativi di rivolta all´interno del “Vulpitta”. C’era stato un tentativo di fuga, poi i circa 120 clandestini presenti furono chiusi dentro due camerate con una sbarra di ferro che chiudeva le porte. Poi ci fu il rogo, con il tetto a volta della stanza che finì con il far diventare la camerata un forno crematorio, con le fiamme che rendevano incandescente la stessa sbarra che bloccava la porta di uscita.