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da il Piccolo d Trieste del 7 maggio 2007

Il sindaco: “Sul Cpt traditi dal governo”

L'amarezza del primo cittadino dopo le dichiarazioni del ministro Ferrero alla conferenza sull'immigrazione di Pordenone

di Luigi Murciano

Tommasini: “Vogliono fare un Centro di identificazione? Noi siamo contrari”

GRADISCA “Eravamo convinti che con il passaggio di consegne fra centrodestra e centrosinistra il confronto del governo con questa amministrazione sarebbe decisamente migliorato. Ma evidentemente ci sbagliavamo”.

E’ amarissimo – oltre che politicamente molto significativo – il commento del sindaco della Fortezza Franco Tommasini il giorno dopo le dichiarazioni espresse a Pordenone dal ministro della Solidarietà Sociale, Paolo Ferrero. Nel corso della prima conferenza regionale sull’immigrazione il ministro aveva ufficializzato la volontà del governo di trasformare il Cpt di Gradisca in un “centro di identificazione”.
Un cambio di rotta nell’aria da tempo, motivato dalla volontà dell’Unione di “umanizzare” i centri superando la filosofia detentiva e coercitiva dell’attuale legge sull’immigrazione. Il centro di Gradisca rimane quindi “sotto osservazione” e non rientrerà nel lotto di centri per i quali è stata decisa la chiusura, anche in virtù della positiva relazione consegnata a suo tempo dalla commissione de Mistura al ministro dell’Interno Amato. Eppure quella parola, “trasformazione”, al sindaco Tommasini proprio non va giù: “Questa amministrazione e i gradiscani rimangono contrari a qualsiasi tipo di centro – ribadisce il primo cittadino – e se il nostro dissenso al Cpt era motivato da evidenti ragioni umanitarie, quello nei confronti di un eventuale centro di identificazione si basa su una considerazione molto semplice: la nostra cittadina non ha le dimensioni, le strutture, la preparazione culturale per far fronte all’impatto di una simile struttura e della filosofia che ne è alla base”.

Tommasini aveva ribadito questi concetti a Ferrero nel corso di un incontro alla Stazione Marittima di Trieste. “Per questo ho reagito con una certa amarezza alle parole del ministro, ci siamo sentiti lasciati soli e soprattutto non ascoltati nelle nostre istanze – dice -. Ringrazio l’assessore regionale Antonaz, che ha espresso in quella sede la contrarietà della Regione e pure la nostra chiedendo la chiusura del centro all’ex Polonio.
Ma non avrebbe avuto alcun senso per questa amministrazione partecipare alla conferenza regionale di Pordenone. Lo abbiamo capito – continua il sindaco – dal fatto che nel corso della sua recente visita il ministro Amato non è riuscito a trovare per noi neppure cinque minuti.
E dire che sin dall’insediamento del nuovo governo abbiamo più volte rchiesto un incontro col titolare del Viminale”.
Tommasini assicura di non volersi dare per vinto: “La nostra posizione non muta di una virgola, per noi la strada giusta è quella della riconversione della Polonio in carcere circondariale. Conosciamo tutti le difficili condizioni di via Barzellini: chiediamo solo di venire ascoltati, un piccolo centro come Gradisca non può far fronte all’impatto di un centro di identificazione”.