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da La Nuova Sardegna del 18 gennaio 2007

Il sogno dei disperati: arrivare in Francia

Teulada – Il primo avvistamento l’altro ieri: tre piccole imbarcazioni, con diciassette persone a bordo, sono state intercettate da un elicottero della Guardia di Finanza a quaranta miglia dalle coste di Teulada. Il secondo, alle 15 di ieri: un mercantile che incrociava nella zona ha segnalato un barchino, con sette uomini a bordo, otto miglia a sud di Capo Teulada. In 48 ore, dunque, ben ventiquattro algerini hanno cercato di sbarcare nelle coste del Sulcis.

E’ la conferma definitiva che la Sardegna è diventata la nuova porta verso l’Europa per quell’umanità disperata e dolente che insegue l’illusione di una vita migliore. Il problema, a questo punto non può essere più sottovalutato. Sono infatti i numeri a parlare: dalla fine di dicembre fino a oggi ben ottanta i clandestini nordafricani sono stati intercettati dalla rete di controllo della Guardia di finanza e della Capitaneria costiera nelle coste del Sulcis. I 180 chilometri che separano la Sardegna dall’Algeria non costituiscano più una deterrenza, una distanza capace di scoraggiare questi disperati.

Ma questa è solo una delle novità del fenomeno. L’altra è che da agosto fino a oggi tutti i clandestini fermati sono algerini. Quel fiume umano che fino all’inizio dell’anno scorso di concentrava a Ceuta, enclave spagnola in Africa, e da lì raggiungeva la penisola iberica per continuare poi la sua corsa verso la Francia, si è spostato sulla Sardegna. Il governo Zapatero ha blindato i confini meridionali della Spagna e i maghrebini hanno cercato, e trovato, una “rotta” alternativa. La conferma è arrivata ieri anche dal quotidiano arabo Echourouq, che ha raccontato alcune tragedie consumatesi recentemente sulle coste algerine. Dopo la chiusura dello stretto di Gibilterra, il flusso migratorio verso l’Europa aveva scelto prima Orano come punto di partenza verso le coste spagnole. Il 31 dicembre scorso, l’ultimo capitolo delle cronache dall’inferno-Algeria: almeno 150 “harraga” (come vengono chiamati i clandestini) sono riusciti a partire dalla costa di Annaba, e più precisamente dalla spiaggia di Sidi Salem.

Pare utilizzando di tutto, anche imbarcazioni rubate ai pescatori della zona. Tra loro anche quattro donne, due parrucchiere e due studentesse.
Molti non ce l’hanno fatta: i guardacoste algerini hanno infatti recuperato 33 cadaveri in mare e altre 46 persone sono state salvate dal naufragio. E’ stato forse l’ultimo capitolo della cosiddetta “pista spagnola”. Secondo il giornale arabo, tutta la pressione degli emigranti clandestini si sta concentrando ora sulla Sardegna. Un fenomeno cominciato in sordina e che nelle ultime settimane sta avendo una paurosa accelerazione.

L’ultimo episodio, come si diceva, proprio ieri, quando un peschereccio che incrociava nel mare a sud di Teulada ha avvistato una piccola imbarcazione con sette algerini a bordo. Sono intervenuti immediatamente la Guardia di finanza e la Guardia costiera e l’imbarcazione, spinta dallo scirocco, è stata intercettata a ovest di Portopino. I clandestini sono stati fatti salire su una motovedetta della Guardia Costiera e trasportati a Sant’Antioco. Da qui sono stati poi trasferiti a Cagliari. Nelle prossime ore saranno fatti per partire per il centro di accoglienza di Crotone e, da qui, rimpatriati.