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ImmaginAfrica 2008 – Esposizione di Arte Africana Contemporanea

di Baldessari Monica

Progetto
Nell’ambito delle svariate attività fin d’ora programmate per l’edizione 2008 di ImmaginAfrica, rassegna di cinema africano, posta sotto il patrocinio del Dipartimento di Storia dell’Università di Padova, si inserisce questa proposta di esposizione, che si inaugurerà sabato 8 novembre presso il salone della Loggia della Gran Guardia in Piazza dei Signori a Padova.
Concetto fondante è dare ai cittadini la possibilità di incontrare l’Africa attraverso le sue espressioni artistiche. Perché siamo fermamente convinti che la cultura, anzi l’uomo stesso, si crea al contatto con gli altri, specchio in cui guardarsi e capire chi si è. Si approderà quindi ad un “melting pot” di artisti con origini e provenienze estremamente eterogenee che sentono il bisogno di raccontarsi e raccontare il mondo: centrale il tema dell’identità.

Date
Dall’8 al 27 novembre 2008 con orario continuato 10.00-18.00 ed ingresso gratuito. Vernice nella mattinata di sabato 8 novembre ore 11.30.

Artisti
L’ampia rosa di immagini fotografiche esposte, specchio delle trasformazioni sociali e culturali del continente africano, comprende ritratti stereotipati realizzati in bianco e nero in studio dal senegalese Sala Casset, quelli in esterni ripresi nei villaggi e nelle città da Kokoroko (Togo), Antonio Ole (Angola) e Fred Oduya (Kenya), le foto di reportage e di testimonianza sociale di Cheff Mwai (Kenya), Grame Williams (Sudafrica) e Pierrot Men (Madagascar); quelle caratterizzate da una raffinata ricerca dell’inquadratura artistica di Hassner Pepler (Sudafrica) e Boubacar Tourè Mandemory (Senegal), fino ad approdare alle sorprendenti elaborazioni grafiche del senegalese Ousmane Ndiaye Dago, presentate anche alla 49° Esposizione Internazionale d’Arte di Venezia nel 2001.

“Foto quadri” è invece la definizione che l’artista keniota Richard Onyango conia per le sue opere: istantanee che registrano, senza critica o retorica, i frutti della “civilizzazione” imposta dai bianchi, tra escavatori cingolati di grandi cantieri, furgoncini stipati di turisti in safari e aiuti umanitari elargiti da principesse britanniche.

Per quanto riguarda gli altri artisti in mostra, vorremmo sottolineare la presenza di due straordinarie donne in un mondo che, nel caso africano, è prevalentemente maschile: Seni Camara ed Esther Mahlangu. La prima mai uscita dal piccolo villaggio di Bignona (Casamance, Senegal) in cui è nata, autodidatta, e spinta a modellare con la creta per dare forma a certe “visioni” che le ingombravano il cervello: figure archetipe della Grande Madre, avvinghiate in un amoroso abbraccio primordiale, o mostri dalle fauci fameliche e arti sovradimensionati?

La seconda, di etnia Ndebele (Transvaal, Sud Africa), fiera nel coloratissimo costume tradizionale, corredato di fastose caviliere, bracciali e collane, come le altre donne della comunità, decora le pareti delle case con linee pure e simboliche, decidendo poi, in un atto assolutamente innovativo, di trasferire questa stessa convenzione sociale sulla tela.

Un rimando invece alla suggestiva mitologia dei Fon e ai riti Woodoo è necessario per comprendere l’arte di Cyprien Tokoudagba, originario del Benin, che ebbe il suo esordio d’artista decorando le pareti dei templi con le immagini degli Orishas. Mentre, i raffinati pastelli del kenyota Kivuthi Mbuno, traducono in icone fantastiche i miti della tradizione orale, animando le sue carte di cacciatori e animali dalle sembianze grottesche. Gli acrilici e le sculture del tanzaniano George Lilanga attingono a piene mani dalla cultura Makonde: danze frenetiche e collettive, dai colori smaglianti, che travolgono lo spettatore con la loro vitalità e ironia.

Maurus M. Malikita, anche lui tanzaniano e Makonde, ma con una vena da documentarista, è invece il degno seguace di Edward Saidi Tinga Tinga: personaggi dagli occhi sgranati, colti mentre affollano un mercato, le corsie di un ospedale o intenti a pescare.

Il ghanese Almighty God, convertitosi al cattolicesimo, che ha scelto l’appellativo “Dio Onnipotente” come nome d’arte, accanto alla tradizione dei ritratti “istituzionali” della comunità Ashanti, nelle sue opere ama ricordare il trionfo del Bene sul Male. Mentre Engdaget Legesse, giovane artista etiope di religione copta, diplomatosi alla Scuola d’Arte di Addis Abeba, crea delle steli in cui raffinati grafemi che richiamano la tradizione scritta, seguono la plasticità insita nella natura del tronco d’albero.

Vorremmo concludere questa carrellata menzionando l’opera e la vicenda personale di Cheff Mwai, presente in mostra sia come scultore che come fotografo: artista kenyota, unitosi in giovane età ai guerriglieri Mau Mau nella foresta sulle falde del Mount Kenya, fino all’ottenimento dell’indipendenza dal colonialismo inglese, egli nelle sue “Colonne dell’Indipendenza” sente il dovere di raccontare quella sanguinosa lotta per la libertà, soprattutto per la memoria delle generazioni a venire.

Prestatore delle opere
Cinquetti Arte Contemporanea, Verona

Curatela
La dott.ssa Monica Baldessari, dopo aver conseguito la laurea DAMS arte presso l’Università degli Studi di Bologna, si è specializzata in Storia dell’Arte Medievale e Moderna con una tesi in museografia presso la medesima facoltà; ha successivamente conseguito un Perfezionamento in Didattica Museale presso l’ Università Roma III e, dopo un periodo di studi presso il Gabinetto Disegni e Stampe del British Museum di Londra, ed uno presso la Frick Collection di New York, sta attualmente redigendo la tesi di Master in Studi Interculturali presso l’Università degli Studi di Padova. Collabora inoltre con una casa d’aste veneziana come esperto d’arte, per la redazione delle schede di catalogo.

Allestimento
Arch. Alberto Fiorenzato

Sala espositiva
La Loggia del Consiglio, elegante edificio rinascimentale di impronta lombardesca, conosciuto come Loggia della Gran Guardia, perché utilizzato come comando militare durante la dominazione austriaca, fu progettata da Annibale Maggi da Bassano nel 1496, con interventi successivi del ferrarese Biagio del Bigio e ultimata nel 1530 da Giovanni Maria Falconetto, con ciclo decorativo interno ad affresco datato 1667 ed attribuito al bolognese Pier Antonio Torri.

Laboratori per la scuola primaria e secondaria
Saranno attivati laboratori, in collaborazione con gli insegnanti, differenziati per grado di complessità, in funzione dell’età e della conoscenza preesistente degli allievi del continente africano. Dopo la visita alla mostra, l’insegnante fornirà una carta geo-politica dell’Africa, schede biografiche di ogni artista con cenni critici sul contesto storico-culturale in cui ha operato, fogli di carta e colori. Gli allievi verranno guidati in un percorso creativo alla scoperta di tangenze e dissonanze tra l’arte africana “immobile” e “tribale” e quella che il continente africano produce oggi, tentando di scalfire almeno in parte gli stereotipi che la nostra visione eurocentrica inevitabilmente ci impone.

Doubacar Touré Mandémory, Dakar, Senegal – Littoral (Guediawaye), 1996

Esther Mahlangu, Middleburg, Sudafrica – Senza titolo, 2000

Seni Awa Camara, Bignona, Senegal – Senza titolo

Anthony Akoto detto Almighty God, Kumasi, Ghana – The family of the Painta Kwame Akoto…

Cheff Mway, South Imenti, Kenya – Mau Mau Independence Day, 1963

Sala Casset, Saint-Louis, Senegal – Senza titolo, 1955

Richard Onyango Kisii, South Nyanza, Kenya – Princess Diana’s mercy upon AIDS Orphans, 1998