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Tratto dal sito europa.tiscali.it

Immigrati, Bruxelles rilancia le quote

Un documento della Commissione sottolinea il rapporto fra flussi legali e illegali

“Esiste un legame diretto tra immigrazione legale e illegale e nessuna misura presa separatamente può essere veramente incisiva nella lotta per arginare il flusso di clandestini”. Questo è quanto emerge da un rapporto sui collegamenti fra le due forme di immigrazione pubblicato dalla Commissione europea. Il documento insiste sull’utilità dei sistemi di quote da offrire come contropartita ai Paesi di origine e di transito che si impegnano a combattere i flussi illegali.

Bruxelles riapre in questo modo il dibattito sul principio delle quote europee di immigrazione, un’ipotesi che aveva trovato l’appoggio di vari Paesi – tra cui l’Italia – e che sembrava destinata a un maggiore successo, prima di essere apertamente contrastata da Germania e Francia nel corso del Consiglio europeo dell’ottobre 2003 a Bruxelles.

Nell’analizzare le varie formule utilizzate per regolamentare l’accesso di immigrati in Europa, gli esperti di Bruxelles osservano che, negli accordi bilaterali, il ricorso alle quote è già stato applicato da molti Stati membri. In Italia, ad esempio, un sistema del genere è già in atto dal 1998. “Le quote sono proposte ai Paesi terzi in cambio della loro collaborazione nel campo della riammissione e della riduzione dell’immigrazione clandestina”, spiega il dossier della Commissione.

In attesa di poter superare le perplessità di Parigi e Berlino nei confronti di un pacchetto di quote europee che la Commissione possa utilizzare come contropartita in fase di negoziato con i Paesi terzi, Bruxelles sottolinea la necessità di “ricorrere in maniera più intensa e mirata alla consultazione e allo scambio di informazioni” tra Stati membri in materia di immigrazione.

In merito alle campagne di regolarizzazione messe in atto da numerosi paesi Ue negli ultimi anni, lo studio indica che queste hanno permesso “in una sola operazione” di regolare il problema creato dalla presenza di un gran numero di immigrati clandestini sul proprio territorio”. L’esecutivo Ue invita però a fare attenzione ai loro effetti a lungo termine, dato che “non sembrano avere effetti sulla riduzione dell’ampiezza del fenomeno dei clandestini e possono, al contrario, costituire un fattore di attrazione supplementare”.

di Giuseppe Rizzo