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da Repubblica.it del 30 ottobre 2007

Immigrati, in Italia arrivi boom. Ora sono quasi quattro milioni

Presentato il dossier della Caritas, il nostro paese balza al terzo posto in Europa per presenze straniere. Parlano oltre 150 lingue, ma il gruppo più numeroso è di gran lunga quello romeno

ROMA – Sono quasi quattro milioni gli immigrati presenti in Italia. Lo afferma il dossier statistico sull’immigrazione realizzato da Caritas-migrantes e presentato oggi a Roma. Per la precisione gli immigrati residenti nel nostro paese sono 3.690.000. Un numero aumentato in un anno del 21,6% e pari al 6,2% della popolazione complessiva, contro una media dei paesi Ue del 5,6%. “Senza di loro il sistema Italia si bloccherebbe”, ha commentato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, mettendo in guardia contro i “rigurgiti di razzismo”.

Il boom in Italia. Se i dati della Caritas fossero confermati, il nostro Paese balzerebbe al terzo posto in Europa sia per tasso di crescita, sia per presenze in assoluto, alle spalle solo di Germania e Spagna, che ospitano rispettivamente 7.287.900 e 4.002.500 immigrati.

Estendendo l’analisi all’intera Europa, si raggiunge la cifra di 50 milioni di immigrati, ovvero poco meno di un terzo di quelli presenti in tutto il mondo.

I numeri italiani. Gli immigrati presenti in Italia parlano 150 lingue diverse, sognano la cittadinanza italiana e arrivano in massa: più di 500 mila nel corso del 2006, con un aumento che non era mai stato raggiunto neppure con le regolarizzazioni degli anni passati. Per quanto riguarda la dislocazione geografica, la loro presenza è distribuita abbastanza uniformemente su tutto il territorio, con dei picchi nelle grandi città. La concentrazione più alta si registra infatti nelle aree metropolitane di Milano e Roma.

Il fenomeno romeni. A dare il maggiore contributo sono i paesi dell’Est europeo, Romania in testa, di gran lunga il Paese che detiene il record di immigrati in Italia. Solo i romeni, sempre secondo le stime della Caritas, sfiorano ormai le 600 mila presenze, ovvero un sesto del totale di tutta l’immigrazione. Al secondo posto nella classifica degli arrivi c’è il Marocco (387.000) e al terzo l’Albania (381.000).

I clandestini. Il dossier Caritas si occupa poi del problema degli irregolari, segnalando che nel 2006, su 124.383 stranieri individuati dalle forze dell’ordine senza permesso di soggiorno, solo il 36,5% (45.449) è stato rimpatriato. Un dato crollato rispetto al ’99 quando fu rimpatriato il 64,1%. Nel valutare queste cifre occorre però tenere conto che con l’ingresso nell’Unione Europea di Romania e Bulgaria il numero degli intercettati in posizione irregolare è sceso per la prima volta dopo tanti anni sotto quota 100 mila (per l’esattezza, 84.245).

La questione scolastica. Altro problema legato all’immigrazione che rimane aperto, sottolinea ancora il dossier Caritas, è quello della scuola. Se su scala nazionale ci sono più di mezzo milione di bambini stranieri (5,6% della popolazione scolastica), ma in diversi contesti provinciali i minori immigrati rappresentano più di un quarto di tutti gli alunni, creando non poche difficoltà di gestione.

La conflittualità. Il rapporto con gli immigrati è più che mai difficile e contraddittorio. La Caritas cita a tale proposito i risultati di un sondaggio di Eurobarometro che ben sintetizza lo stato d’animo degli europei davanti all’immigrazione. Un europeo su due ritiene che la presenza degli immigrati sia ormai indispensabile. Ma quasi la stessa percentuale (48% del totale) pensa che gli immigrati siano la principale fonte di insicurezza e non solo dal punto di vista dell’ordine pubblico, ma da quello della sicurezza sociale, facendo aumentare i tassi di disoccupazione.

Il commento di Napolitano. “Senza gli immigrati il sistema Italia si bloccherebbe”, afferma il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in un messaggio inviato alla Caritas. Il Rapporto, sottolinea il capo dello Stato, “conferma il fatto che l’Italia si presenta oggi come uno dei paesi europei più decisamente investiti dai flussi migratori. E conferma pure il radicamento di una parte consistente dei nostri immigrati: più famiglie, più nascite, più studenti, più acquisti di abitazioni, più nuovi cittadini. Conferma altresì il contributo decisivo del lavoro immigrato alla produzione di beni e servizi, al pagamento di contributi e imposte”. Infine il capo dello Stato auspica che si creino le “condizioni di successo del nostro comune impegno di denuncia e di rifiuto di ogni rigurgito e nuova manifestazione di razzismo”.