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Immigration Nation: la docuserie che non piace a Trump

L'organizzazione Resilience Force al centro del 4° episodio

Immagine tratta dal 4° episodio: The New Normal

Quest’estate ho avuto modo di vedere su Netflix un documentario a episodi dal titolo inequivocabile: Immigration Nation.

La regia della mini serie è di Christina Clusiau e Shaul Schwarz e consiste in filmati girati dal 2017 al 2020 intorno al lavoro dell’United States Immigration and Customs Enforcement (Agenzia statunitense per l’immigrazione e l’applicazione delle dogane), in breve ICE, sotto il governo di Donald Trump.

L’ho trovato un lavoro ben fatto quanto urgente. Soprattutto estremamente attuale anche per ciò che riguarda il nostro paese.
In particolare, ha suscitato il mio interesse l’impegno profuso dall’organizzazione Resilience Force (la forza della resilienza), ben descritto nella quarta puntata.
Resilience Force è un’iniziativa nazionale nata per trasformare la risposta ai disastri rafforzando e assicurando la forza lavoro composta dalle milioni di persone il cui lavoro, cuore ed esperienza, rendono possibile una ripresa sostenibile dalle calamità.

Li ho contattati e gentilmente Stephanie Jerome mi ha inviato alcune dichiarazioni per conto del direttore esecutivo Saket Soni.

“Il 3 agosto, Netflix ha iniziato a trasmettere Immigration Nation, una serie in sei parti che il New York Times definisce “uno sguardo raro all’interno della repressione dell’immigrazione di Trump“, una serie che l’amministrazione Trump ha cercato di fermare. I registi Shaul Schwarz e Christina Clusiau si sono interfacciati con gli agenti dell’immigrazione, permettendo agli spettatori di sbirciare nelle agenzie segrete che intraprendono la “guerra ai migranti”.
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L’episodio 4, The New Normal, presenta agli spettatori i lavoratori della resilienza, la forza lavoro in larga parte immigrata che aiuta a ricostruire le città dopo i disastri climatici. Mentre ricostruiscono la Florida e la Carolina del Nord dopo gli uragani, gli agenti dell’ICE di Trump gli danno la caccia. I conservatori ammettono di aver bisogno di questi lavoratori. Sono essenziali. La deportazione di questi operai da parte dell’ICE interrompe la ripresa dall’uragano. Il New Normal mostra che i lavoratori della resilienza perseverano nel ricostruire l’America anche mentre combattono i surrogati di Trump e l’ICE in Florida. Resilience Force, la voce nazionale di questa forza lavoro, è al centro dell’episodio.

Siamo nella tempesta perfetta. Gli uragani arrivano, il COVID sta raggiungendo il picco e gli incendi iniziano a divampare. I lavoratori immigrati sono essenziali in tutti questi disastri, ma sono controllati, non protetti. Continuano a essere esclusi dalle cure federali per il coronavirus, mentre l’applicazione dell’ICE quadruplica. Nel frattempo, l’amministrazione Trump sta ora dispiegando le truppe della sicurezza interna nelle città per sedare le proteste che hanno chiesto di disintegrare questa sorta di forza di polizia.

Il New Normal mostra esattamente come la macchina di deportazione di Trump metta alla prova la ripresa dell’America. In un’America che affronta il COVID-19 e la minaccia climatica, gli immigrati sono essenziali. ICE non lo è.

Resilience Force chiede un nuovo status legale per i lavoratori della resilienza e per TUTTI i lavoratori essenziali. Immagina una nuova normalità in cui gli immigrati che sono qui per costruire e qui per guarire vengono riconosciuti, premiati, liberati dalla paura. Immagina una nuova normalità in cui i miliardi spesi per la guerra agli immigrati vengono incanalati nella resilienza dell’America mentre affrontiamo COVID e la minaccia climatica.

Resilience Force sta continuando a organizzarsi per la giustizia di tutti i lavoratori della resilienza. Sin dalle riprese, le sfide che i lavoratori immigrati hanno dovuto affrontare, dall’ICE e da datori di lavoro disonesti, sono state solo esacerbate dal COVID e da disastri climatici sempre più frequenti. Dobbiamo cambiare le nostre leggi per proteggere i lavoratori – dal furto di salari, da COVID e dalla deportazione – e per investire nella ripresa del paese”.

Alessandro Ghebreigziabiher

Scrittore, drammaturgo, attore e regista teatrale, è nato a Napoli nel 1968 da padre eritreo e madre italiana, ovvero tra due sud, come amo definirmi.