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Immigrazione: Mantovano, centri permanenza indispensabili

Roma, 18 Set – “I Centri di Permanenza Temporanea sono indispensabili per l’applicazione della legge Bossi-Fini”.
A dichiararlo è il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano, che in riferimento alle manifestazioni avvenute oggi ad Ancona contro la realizzazione di un “CPT” nelle Marche, aggiunge: “mettiamoci dunque tutti l’animo in pace”.
Mantovano ricorda come i centri di permanenza temporanea dove i clandestini vengono trattenuti per essere identificati sono una realtà già dalla passata legislatura. “E’ stata la legge Turco-Napolitano a prevederli – spiega – mentre la Bossi-Fini ha solo allungato di 30 giorni il termine massimo di trattenimento nel centro”.

Dunque, aggiunge il sottosegretario all’Interno, “si può essere ideologicamente contrari al Cpt, è una posizione rispettabilissima, ma che ha il limite di non essere condivisa dal Parlamento, dal Governo attuale e neanche da quello passato”.
Diversa, secondo Mantovano, “la posizione di quelle forze politiche che contestano il centro in quanto tale e di chi non vuole il CPT vicino casa. E’ un po’ come chi vuole tornare nel suo appartamento e trovare sempre l’energia elettrica ma poi protesta se la centrale elettrica viene costruita a meno di 50 chilometri da casa sua”. “E’ un discorso miope e sbagliato rifiutare il cpt nel proprio territorio adducendo motivi di sicurezza – aggiunge – Se un clandestino, fermato ad Ancona, deve raggiungere il CPT di Brindisi perchè nelle Marche non ci sono centri ci sarà bisogno, per il trasferimento, di distogliere personale delle forze dell’ordine dal controllo del territorio”.
Il sottosegretario insiste, dunque, sull’utilità e indispensabilità di un centro in ogni regione, ed assicura
anche che i CPT italiani garantiscono standard di vita “che non temono confronti con il resto d’Europa”. “Le condizioni sono comunque sempre perfettibili – aggiunge – e per questo si lavora per ampliarli”.
Per Mantovano, infine, si raggiunge il paradosso quando si arriva, come a Lampedusa, a protestare contro la creazione di un centro di prima accoglienza, “destinato -dice- a soccorrere ed assistere i clandestini solo per un periodo limitato di tempo”.
“Cosa preferirebbero gli isolani che si oppongono alla nuova struttura – chiede il sottosegretario – che ad ogni sbarco ogni famiglia fosse costretta ad accogliere in casa un certo numero di immigrati?”.

Da Ansa.it