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Immigrazione, ONU: allarme profughi per guerre e clima

Mai così alto il numero dei profughi nel mondo, arrivati nel 2007, a 37.4 milioni – un dato definito dall’ONU “senza precedenti”. E se fino ad oggi sono state le guerre la causa principale di queste migrazioni di massa, ora a peggiorare la situazione è anche il cambiamento climatico – in grado di innescare conflitti e aumentare ulteriormente il numero di coloro che abbandonano le loro case. A lanciare l’allarme è Antonio Guterres, alto commissario ONU per i rifugiati, in questi giorni a Londra per lanciare una serie di eventi legati alla ‘Giornata Mondiale dei Profughi’ in calendario per venerdì prossimo.

“Il cambiamento climatico – ha detto Guterres in un’intervista al quotidiano britannico ‘The Guardian’ – è oggi uno dei principali fattori che stanno alla base delle migrazioni di massa. Colpisce i popoli sia in modo diretto, a livello ambientale, impedendo alle persone di vivere nelle tradizionali zone di residenza, che in modo indiretto, scatenando conflitti e povertà estrema”. Le guerre, naturalmente, continuano a mettere in fuga le vittime civili. Guterres ha messo in guardia l’Europa: “non chiudete le porte ai profughi iracheni che decidono di lasciare il loro paese”. E non solo per ragioni umanitarie. “Credo sia importante – ha continuato Guterres, questa volta a colloquio con il ‘Times’ – che gli europei capiscano che questo non è il momento di respingere gli iracheni. Significherebbe lanciare un pessimo segnale a Siria e Giordania che sostengono – anche economicamente – il peso di centinaia di migliaia di profughi”. I conti, sottolinea, tornano a vantaggio dell’UE se mantiene aperte le frontiere. “Che cosa accadrebbe se Siria e Giordania decidessero di espellere i profughi iracheni?”, si domanda Guterres. “Queste persone non tornerebbero certo in Iraq, e l’Europa si troverebbe ad affrontare flussi massicci”. Si stima infatti che il conflitto iracheno abbia movimentato circa 4.7 milioni di persone – 2 milioni delle quali ospitate da Siria e Giordania.

Secondo l’UNCHR – l’alto commissariato dell’ONU per i rifugiati – nel 2007 le domande di asilo compilate dai fuggiaschi iracheni sono aumentate del 5%, arrivando a toccare le 647.200 unità – 52 mila solo in Europa. Come se non bastasse, ha aggiunto Guterres, il numero dei paesi che cercano di “deportare” in Iraq coloro ai quali è stato negato lo status di rifugiato è salito “ai livelli massimi”. In particolare, Guterres ha ‘bacchettato’ proprio la Gran Bretagna, ‘colpevole’ di aver accettato solo il 15% delle richieste di asilo presentate dagli iracheni. In ultima istanza, Guterres ha voluto sottolineare il problema dei “profughi domestici” – IDPs in inglese, ovvero ‘internally displaced persons’ – il cui numero è schizzato alle stelle – 24 milioni nel 2007 – ma che, a causa del loro status legale, rientrano più difficilmente nelle liste dell’UNCHR. “Rimangono sotto la giurisdizione dei loro governi”, ha spiegato, “ma spesso i governi stessi rappresentano il problema piuttosto che la soluzione”. E proprio oggi, presso la centralissima Trafalgar Square di Londra, sarà allestita una riproduzione di un campo di assistenza del Darfur per cercare di sensibilizzare l’opinione pubblica britannica.