Presentazione ufficiale oggi, in vista dell’Anno europeo del dialogo interculturale 2008, per il XVII Rapporto Caritas Migrantes sull’immigrazione, 512 pagine di analisi e tabelle statistiche aperte dall’introduzione di Caritas e Migrantes sull’importanza dell’incontro tra le culture.
Il Dossier Statistico Immigrazione è un progetto di ricerca che fa capo alla Caritas Italiana, alla Fondazione Migrantes e alla Caritas diocesiana di Roma con la collaborazione di organizzazioni internazionali, strutture pubbliche nazionali, università, Enti locali e organizzazioni sociali che si occupano di immigrazione.
Più di cento i redattori impegnati nella stesura delle cinque sezioni del documento, così articolate: il contesto internazionale ed europeo; gli stranieri soggiornanti in Italia; l’inserimento socioculturale; il mondo del lavoro; i contesti regionali. In chiusura, un inserto speciale dedicato ai rifugiati.
Tra le novità di quest’anno, approfondimenti sul soggiorno e la residenza degli immigrati, gli indici di integrazione, il collegamento con il mercato del lavoro e un’analisi comparativa delle leggi regionali sull’immigrazione. A livello territoriale, attenzione particolare è stata riservata all’area dell’Europa allargata e ai contesti regionali (ai quali si aggiunge un approfondimento sulla Capitale), arricchiti da schede e tabelle anche a livello provinciale.
I numeri relativi all’Emilia-Romagna parlano di 388.203 (di cui 77.967 minori, pari al 20,1%) soggiornanti stranieri , quasi il 9,2% della popolazione.
Il fenomeno migratorio regionale, stando alle stime Caritas del 31 dicembre 2006, ha visto un incremento sul 2006 delle residenze straniere, che sono passate dal 6,9% al 7,5%. I comuni emiliano romagnoli che superano il 10% dei residenti stranieri passano dai 22 del 2004 ai 33 del 2005 ai 47 del 2006, con Galeata (Fc) al 17,18%, Luzzara (Re) al 15,89%, Rolo (Re) e San Possidonio (Mo) 14,80%.
Marocco (16,8%), Albania (13,9%) e Romania (6,8%) sono i principali Paesi di provenienza dei residenti: in crescita i numeri dell’Est europeo in generale (Romania, Ucraina, Moldavia).
Nell’anno scolastico 2006/2007 gli alunni con cittadinanza non italiana hanno raggiunto quota 58.521 (su 547.290 iscritti totali). La percentuale è salita al 10,7% contro il 9,5% del 2005/2006. Protagonista di un importante incremento è stata la scuola primaria e secondaria di primo grado, dove gli alunni stranieri superano il 12%.
Nel corso del 2006 nella banca dati Inail risultano occupati per l’Emilia-Romagna 223.140 lavoratori stranieri, il 15,3% del numero complessivo, a conferma di una crescita costante registrata negli ultimi anni (nel 2005 si viaggiava sul 14,4%).
Industria (31,5%), costruzioni (15,4%), alberghiero (12%), servizi alle imprese (8,8%) e agricoltura (6,6%) sono i settori che impegnano di più i lavoratori extracomunitari.
“Soltanto con l’osservazione costante del fenomeno – afferma l’assessore regionale alla Promozione delle politiche sociali Anna Maria Dapporto – si possono stabilire politiche di inclusione di qualità, e in tal senso siamo grati al lavoro della Caritas che aiuta le istituzioni in questo compito”. “I dati dell’Emilia-Romagna – continua l’assessore – parlano di immigrazione in termini di crescita e stabilità, ma soprattutto indicano un fenomeno spalmato equamente su tutto il territorio regionale. Servono quindi politiche non solo attente a quanto accade nei grossi centri abitati, ma adeguate a una nuova società multiculturale che chiede interventi di inclusione a livello locale”.
“Il Rapporto Caritas 2007 conferma che l’immigrazione straniera in Emilia-Romagna è un fenomeno di sempre maggior rilievo, con dimensioni ormai assimilabili a quelle dei principali paesi europei” dichiara il presidente della Regione Vasco Errani, che aggiunge: “In questo contesto sono importanti le politiche di integrazione, coesione sociale, per l’affermazione di diritti e doveri necessari per darsi regole di convivenza civile in un contesto multiculturale nuovo. E questa è la sfida per la nostra Regione nei prossimi anni, coerentemente con un percorso iniziato con l’approvazione di una nuova legge regionale e di un programma triennale sulla materia”.