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da Emilia-Romagna sociale del 30 ottobre 2007

Immigrazione, arriva il XVII Rapporto Caritas Migrantes

Pubblicato il Dossier Statistico 2007 in vista dell'Anno europeo del dialogo interculturale. Oltre 388mila gli immigrati regolari in Emilia-Romagna, il 9,2% della popolazione

Presentazione ufficiale oggi, in vista dell’Anno europeo del dialogo interculturale 2008, per il XVII Rapporto Caritas Migrantes sull’immigrazione, 512 pagine di analisi e tabelle statistiche aperte dall’introduzione di Caritas e Migrantes sull’importanza dell’incontro tra le culture.
Il Dossier Statistico Immigrazione è un progetto di ricerca che fa capo alla Caritas Italiana, alla Fondazione Migrantes e alla Caritas diocesiana di Roma con la collaborazione di organizzazioni internazionali, strutture pubbliche nazionali, università, Enti locali e organizzazioni sociali che si occupano di immigrazione.

Più di cento i redattori impegnati nella stesura delle cinque sezioni del documento, così articolate: il contesto internazionale ed europeo; gli stranieri soggiornanti in Italia; l’inserimento socioculturale; il mondo del lavoro; i contesti regionali. In chiusura, un inserto speciale dedicato ai rifugiati.

Tra le novità di quest’anno, approfondimenti sul soggiorno e la residenza degli immigrati, gli indici di integrazione, il collegamento con il mercato del lavoro e un’analisi comparativa delle leggi regionali sull’immigrazione. A livello territoriale, attenzione particolare è stata riservata all’area dell’Europa allargata e ai contesti regionali (ai quali si aggiunge un approfondimento sulla Capitale), arricchiti da schede e tabelle anche a livello provinciale.

I numeri relativi all’Emilia-Romagna parlano di 388.203 (di cui 77.967 minori, pari al 20,1%) soggiornanti stranieri , quasi il 9,2% della popolazione.
Il fenomeno migratorio regionale, stando alle stime Caritas del 31 dicembre 2006, ha visto un incremento sul 2006 delle residenze straniere, che sono passate dal 6,9% al 7,5%. I comuni emiliano romagnoli che superano il 10% dei residenti stranieri passano dai 22 del 2004 ai 33 del 2005 ai 47 del 2006, con Galeata (Fc) al 17,18%, Luzzara (Re) al 15,89%, Rolo (Re) e San Possidonio (Mo) 14,80%.
Marocco (16,8%), Albania (13,9%) e Romania (6,8%) sono i principali Paesi di provenienza dei residenti: in crescita i numeri dell’Est europeo in generale (Romania, Ucraina, Moldavia).

Nell’anno scolastico 2006/2007 gli alunni con cittadinanza non italiana hanno raggiunto quota 58.521 (su 547.290 iscritti totali). La percentuale è salita al 10,7% contro il 9,5% del 2005/2006. Protagonista di un importante incremento è stata la scuola primaria e secondaria di primo grado, dove gli alunni stranieri superano il 12%.

Nel corso del 2006 nella banca dati Inail risultano occupati per l’Emilia-Romagna 223.140 lavoratori stranieri, il 15,3% del numero complessivo, a conferma di una crescita costante registrata negli ultimi anni (nel 2005 si viaggiava sul 14,4%).
Industria (31,5%), costruzioni (15,4%), alberghiero (12%), servizi alle imprese (8,8%) e agricoltura (6,6%) sono i settori che impegnano di più i lavoratori extracomunitari.

“Soltanto con l’osservazione costante del fenomeno – afferma l’assessore regionale alla Promozione delle politiche sociali Anna Maria Dapporto – si possono stabilire politiche di inclusione di qualità, e in tal senso siamo grati al lavoro della Caritas che aiuta le istituzioni in questo compito”. “I dati dell’Emilia-Romagna – continua l’assessore – parlano di immigrazione in termini di crescita e stabilità, ma soprattutto indicano un fenomeno spalmato equamente su tutto il territorio regionale. Servono quindi politiche non solo attente a quanto accade nei grossi centri abitati, ma adeguate a una nuova società multiculturale che chiede interventi di inclusione a livello locale”.

“Il Rapporto Caritas 2007 conferma che l’immigrazione straniera in Emilia-Romagna è un fenomeno di sempre maggior rilievo, con dimensioni ormai assimilabili a quelle dei principali paesi europei” dichiara il presidente della Regione Vasco Errani, che aggiunge: “In questo contesto sono importanti le politiche di integrazione, coesione sociale, per l’affermazione di diritti e doveri necessari per darsi regole di convivenza civile in un contesto multiculturale nuovo. E questa è la sfida per la nostra Regione nei prossimi anni, coerentemente con un percorso iniziato con l’approvazione di una nuova legge regionale e di un programma triennale sulla materia”.