Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

da Osservatorio sulla legalità dell'8 febbraio 2005

Immigrazione: la Gran Bretagna stringe le maglie

di Mauro Giannini

Il governo britannico ha proposto lunedì norme più dure per il controllo dell’immigrazione, imponendo che solo chi parla Inglese possa ottenere di risiedere permanentemente nel Regno Unito.

Il nuovo ministro dell’interno Charles Clarke ha detto che il governo vuole prendere le impronte a tutti i cittadini stranieri che chiederanno il visto per l’ingresso nel Paese per poterli bloccare una volta che i loro permessi siano cessati di validità.

Le misure, che riguarderebbero solo i non residenti nell’Unione Europea, sono state presentate come parte delle linee guida europee per bloccare l’immigrazione illegale, un tema particolarmente sensibile per il governo del premier Tony Blair in vista delle elezioni nazionali di maggio.

“Questo Paese necessita di immigrazione. Turisti, studenti e lavoratori emigranti danno un contributo vitale all’economia del Regno Unito. Ma dobbiamo assicurarci di lasciar immigrare chi ha le qualità e i talenti per favorire la Gran Bretagna, fermando quelli che tentano di abusare della nostra ospitatilità” ha detto Clarke.

Il ministro, che ha annunciato alla Camera dei Comuni un piano di cinque anni per l’immigrazione e l’asilo ed ha detto che il governo potrebbe introdurre un sistema, come quelli gia’ in vigore in Australia e Canada, che favoriscano immigrati qualificati, come dottori e tecnici.

Inoltre il governo limiterà il numero di dipendenti senza cittadinanza che possono ottenere un lavoro in Gran Bretagna ed eliminera’ il diritto automatico di acquisire la residenza permanente per coloro che abbiano vissuto nel Paese per almeno quattro anni.

Il predecessore di Clarke aveva imposto la regola per cui potevano entrare nel Paese solo i religiosi che mostrassero di conoscere la lingua inglese. Tale misura era stata inserita fra le norme antiterrorismo.