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dal Corriere Romagna del 14 gennaio 2004

Imola – Immigrati alle urne, la parola al Consiglio

Imola – Immigrati e partecipazione. Un binomio discusso. Con tanto di proposte sviscerate da maggioranza e opposizione nel corso degli ultimi mesi. Compreso l’ultima, mai annunciata, che finirà forse tra non molto sui banchi del consiglio comunale: estendere il voto consultivo ai cittadini stranieri in caso di referendum di interesse esclusivamente comunale. E’ l’ipotesi già esaminata in commissione affari istituzionali. E non senza qualche vena polemica.
Tanto che alla fine il presidente Manuela Leontini ha rilanciato la palla all’assemblea di piazza Matteotti, tirando prima una piccola bacchettata al segretario comunale Mario Venanzi. “Su questo punto – ragiona Leontini – la commissione nella seduta del 24 ottobre 2003 diede mandato al segretario comunale di predisporre “una valutazione tecnico-giuridica per quanto riguarda l’ammissibilità al voto da parte degli stranieri residenti a Imola”, ma a tutt’oggi tale adempimento non è stato ottemperato”.
Così, nel nuovo regolamento del referendum consultivo, il capitolo immigrati per ora non figura. Insomma, nella bozza licenziata dalla commissione e pronta a passare in Consiglio non c’è traccia e il discorso riguarda quindi solo i cittadini italiani. Che, testo alla mano, potranno richiedere in futuro una consultazione comunale su qualsiasi argomento raccogliendo però non meno di 2.500 firme.
A tracciare questo schema, nel corso di tre lunghe sedute, sono stati i commissari sulla base di un modello redatto dallo stesso segretario Venanzi. “L’andamento della discussione è stata assai pacata e non ha sollevato specifici punti di frizione salvo appunto il tema dell’estensione del voto consultivo agli stranieri, particolarmente caldeggiato dal capogruppo Ds, Marco Raccagna, e sul quale pendeva una risoluzione presentata dal partito di Rifondazione comunista nel 2001, rimasta inattuata seppure accolta dal Consiglio – commenta il presidente Manuela Leontini -.
Per questo motivo, data la complessità della materia ancora da sviscerare e tenuto conto delle divergenze politiche registrate in merito alla opportunità di inserire nel regolamento tale potestà che comporta tra l’altro anche una modifica statutaria, ritengo condivisibile la proposta di molti gruppi di minoranza di riservare il discorso degli immigrati all’autonomia emendativa dei singoli gruppi nell’ambito del Consiglio”.
Dunque ci si penserà in aula. E solo tra i banchi si vedrà se concedere o meno ai cittadini stranieri il diritto di votare in futuro per le grandi questioni di interesse imolese. Di sicuro la strada è tutta in salita, dal momento che alcuni gruppi, in particolare Forza Italia, hanno già annunciato in commissione il proprio parere negativo. E, si sa, dovendo modificare lo statuto comunale, ogni emendamento dovrà passare con il voto favorevole di almeno 21 consiglieri. Un tetto alto. Difficile da scalare anche solo nel caso di un banale raffreddore in maggioranza.