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Incendio a Lesbo: “Questa non è l’Europa, è l’inferno”

La testimonianza di Marco Sandrone, capo progetto di MSF a Lesbo

Incendio a Lesbo nel campo di Moria, 29 settembre 2019. Photo credit: MSF

30 settembre 2019 – La clinica pediatrica di Medici Senza Frontiere (MSF) all’esterno del campo di Moria, sull’isola di Lesbo, continua anche oggi ad assistere uomini, donne e bambini colpiti dall’incendio che ieri nel campo è costato la vita a una mamma e un bambino e dagli scontri che ne sono conseguiti. Abbiamo ricevuto 21 pazienti, di cui 8 codici gialli, oltre a diversi bambini e adolescenti ai quali stiamo offrendo supporto psicologico.

Qui sotto il commento di Marco Sandrone, capo progetto di MSF a Lesbo (AUDIO), dove l’organizzazione gestisce la clinica pediatrica e attività per la salute mentale a Mitilene:

“Siamo sconvolti dall’incendio scoppiato ieri nel campo di Moria. Le nostre équipe mediche hanno assistito fino a tarda notte le vittime degli scontri esplosi tra polizia e migranti subito dopo l’incendio. In totale abbiamo ricevuto 21 pazienti, 8 di loro siamo riusciti a stabilizzarli nella nostra clinica per poi trasferirli all’ospedale pubblico di Mitilene.

Questa mattina il nostro team di psicologi è in azione per assistere le persone che ieri hanno vissuto ore di paura, in particolar modo i bambini che oggi rappresentano circa il 40 percento del totale della popolazione, con circa 1.000 minori non accompagnati.

Questa terribile tragedia è il risultato diretto di politiche brutali che intrappolano 13.000 persone in un campo fatto per 3.000. Il numero di persone cresce di giorno in giorno, mentre i trasferimenti sulla parte continentale della Grecia sono limitati ed inadeguati.

I nostri medici e psicologi vedono ogni giorno pazienti che dovrebbero essere evacuati urgentemente, per essere accolti in strutture mediche attrezzate. E invece sono costretti a sopravvivere in condizioni impietose nel campo di Moria, in una lotta quotidiana per la sopravvivenza, dove le loro condizioni mediche e psicologiche si deteriorano inevitabilmente giorno dopo giorno. Nel campo ci sono ad oggi quasi 1.000 minori non accompagnati che vivono in questa estenuante attesa di conoscere il proprio destino.

È chiaro come la responsabilità di questa situazione sia di natura politica. Chiediamo l’evacuazione immediata per i più vulnerabili affinché siano trasferiti in strutture adeguate dove possono accedere alle cure mediche di cui hanno bisogno”.

Video The Guardian