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da La Gazzetta del Mezzogiorno del 18 aprile 2005

Incendio a Parigi: sott’accusa gli hotel per immigrati

PARIGI – Una madre africana con due figli di 5 e un anno, un senegalese che si è gettato dalla finestra, una coppia turca sono le prime vittime riconosciute dell’incendio che ha distrutto un albergo in pieno centro di Parigi e che ha causato 21 morti, dieci dei quali bambini. L’ultimo corpo, quello di una giovane donna, è stato trovato l’altra notte dai vigili del fuoco che con prudenza continuano il sopralluogo tra le macerie della costruzione cercando di mettere in sicurezza quello che resta della struttura. In rue de Provence, a pochi metri dai grandi magazzini Lafayette pieni di parigini e turisti, c’è ancora un forte odore di bruciato.

Alcuni mazzi di fiori sono stati appoggiati vicino alla barriera che blocca la strada alla quale è stata anche annodata una sciarpa bianca. La peggiore strage da oltre 30 anni registrata nella capitale ha sollevato anche una lunga serie di domande, non solo sulla struttura bruciata, sulla sicurezza, sul suo affollamento, ma soprattutto sul sistema di ospitalità di urgenza di poveri e di immigrati più o meno clandestini, sans papier e persone cha hanno visto respinta la loro richiesta di asilo. Sistema che vede una umanità dolente di donne, bambini, giovani e vecchi attorno ai quali vive e si arricchisce una rete di centinaia di alberghi, molto spesso sporchi, al limite dei requisiti di agibilità, sovraffollati e insalubri.