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Individuato un centro di detenzione informale per migranti a pochi chilometri da Ceuta

Nella notte tra il 24 e il 25 aprile circa 100 sub-sahariani sarebbero stati deportati verso il sud del Marocco. Oltre 800 i migranti respinti alla valla della città nelle ultime 48 ore

In una nota diffusa via social nella giornata del 25 aprile, l’ONDH Maroc (Observatorio del Norte de Derechos Humanos) ha denunciato di aver individuato, a poca distanza da Ceuta, quello che a tutti gli effetti si mostra come un centro di detenzione informale per migranti.

Gli attivisti dell’associazione, che da anni monitorano le condizioni di vita dei migranti in transito dal nord del Marocco verso le enclave spagnole di Ceuta e Melilla, tra il 24 e il 25 aprile hanno condotto un’ispezione nelle foreste adiacenti la frontiera di Ceuta documentando, in una località piuttosto isolata, la presenza di un edificio fatiscente circondato e costantemente sorvegliato da decine di uomini delle forze ausiliarie marocchine, presenti in loco con almeno tre autovetture di servizio.

La struttura, utilizzata in passato come rifugio di fortuna da sfollati e senza fissa dimora, risulta da anni in stato di totale abbandono. Attualmente si presenta come un edificio a rischio crollo, privo delle condizioni minime di agibilità e, inoltre, assolutamente inadatto ad ospitare persone in quanto privo di servizi igienici, allacci idrici e corrente elettrica. Ciononostante, sebbene non si sappia con certezza da quanto tempo, risulta essere stato convertito in un centro clandestino di detenzione riservato ai migranti. I membri dell’ONDH hanno infatti riferito della presenza in loco di decine e decine di migranti, tutti di origine sub-sahariana, tra i quali sarebbero stati presenti diversi minori e molti feriti.

L’ONDH ha denunciato come il “centro” sia da considerarsi del tutto illegale, in quanto non figura nella lista delle strutture poste nella disponibilità dello Stato come “strutture detentive soggette al controllo delle autorità giudiziarie”. Il timore è che si tratti di una sorta di “centro di smistamento”, nel quale i migranti fermati nei rastrellamenti che le forze marocchine effettuano nelle foreste della zona verrebbero temporaneamente ammassati in attesa di essere trasferiti nei centri di detenzione ufficiali o, peggio, di essere deportati in luoghi non meglio precisati a sud del Paese.

Il luogo in cui è stato individuato questo centro si trova infatti nei pressi di Fnideq (Castillejos in spagnolo), città marocchina a meno di 8 km dal centro di Ceuta, in una zona montuosa piuttosto impervia e ricca di foreste, le stesse abitualmente utilizzate dai migranti come aree di attesa prima di tentare i c.d. “salti della valla”.

Il timore avanzato dagli attivisti dell’ONDH sembra essersi realizzato proprio nelle ore in cui svolgevano la propria attività di osservazione. L’associazione ha infatti denunciato che, nella tarda serata del 24, sono arrivati in loco due autobus vuoti a bordo dei quali, con metodi anche piuttosto bruschi, sarebbero stati rapidamente caricati tutti i migranti presenti nella struttura.

Si parlerebbe quindi di circa 100 migranti prelevati e deportati in massa verso una destinazione sconosciuta, episodio che andrebbe ad aggiungersi alla lunga lista delle “deportazioni di Stato” che il Marocco continua ad effettuare verso le città interne del proprio territorio o le zone desertiche al confine con l’Algeria.

Occorre infatti ricordare che si tratta di un modus operandi ormai consolidato nella politica di gestione dei flussi migratori adottata dal governo marocchino (l’ultimo fatto simile di cui si è avuta notizia risale a metà marzo, quando circa 40 migranti furono abbandonati nella zona desertica tra il Marocco e l’Algeria rimanendovi, in condizioni del tutto inumane e senza alcuna assistenza, per diversi giorni).

Pertanto, alla luce di tutto ciò, l’ONDH ha fermamente denunciato il sequestro e la detenzione illegale di persone, tra cui diversi minori, operata da uomini dello Stato in totale segretezza e senza alcuna forma di tutela, in un luogo non adibito a tale funzione e non soggetto ad alcun tipo di controllo. Richiamando il governo al rispetto dei principali trattati vigenti in materia di diritti umani, l’ONDH ha quindi chiesto chiarimenti formali circa le responsabilità per l’accaduto. Ad oggi le autorità marocchine non hanno ancora rilasciato alcuna dichiarazione in merito, anche se la struttura sembra essere stata del tutto evacuata.

Intanto, è di queste ultime ore la notizia per cui le autorità di Spagna e Marocco, congiuntamente, avrebbero evitato l’ingresso di oltre 800 migranti nella città di Ceuta.
Nello specifico, un primo gruppo sarebbe stato bloccato all’alba di ieri, in parte dalle forze marocchine ben prima della zona di frontiera, in parte dagli agenti della Guardia Civil nei pressi della valla; tutti sarebbero stati presi in carico dalle autorità marocchine e trasferiti in diverse carceri della regione. Altri due episodi simili si sarebbero succeduti, a breve distanza l’uno dall’altro, nel corso dell’ultima notte.
L’ultimo tentativo (di successo) di superare le barriere di Ceuta risale ad appena due mesi fa, quando tra il 17 e il 20 febbraio circa 900 migranti riuscirono ad entrare nell’enclave spagnola.

In queste ore la città appare in pieno stato d’allerta, e su entrambi i versanti della frontiera è presente un enorme spiegamento di forze: verosimilmente, si attendono nuovi tentativi di avalanchas nelle prossime ore.