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Ingresso al Centro di Pian del Lago (Cl)

Comunicato della rete antirazzista siciliana

La rete antirazzista siciliana visita il centro di identificazione di Pian del lago e incontra il prefetto di Caltanissetta.

Il 5 luglio 2008 si è svolto a Caltanissetta un incontro regionale tra delegazioni di varie realtà provenienti dal mondo associazionistico, sindacale e istituzionale che da anni si occupano in Sicilia della questione immigrazione, condividendo l’esperienza della Rete Antirazzista Siciliana. In tale occasione, una delegazione composta da alcuni membri delle organizzazioni promotrici dell’evento, dopo una visita nel Centro di identificazione di Pian del Lago ha incontrato il Prefetto per discutere della situazione in cui versa il Centro polifunzionale per stranieri di Caltanissetta, ed in particolare per avere notizie certe in merito alla morte di un immigrato ghanese, ospite del centro di identificazione, avvenuta nella notte tra il 29 ed il 30 giugno. La delegazione che ha incontrato il Prefetto era composta da Giusto Catania, parlamentare europeo gruppo GUE/NGL, Fulvio Vassallo Paleologo, Università di Palermo, Pietro Milazzo, CGIL Sicilia, Alfonso Di Stefano, Rete antirazzista Catanese, Avv. Giovanni Annaloro, Associazione Studi Giuridici Immigrazione. La delegazione ha immediatamente sollecitato una forte ed improrogabile esigenza di chiarezza sulle circostanze della morte dell’immigrato, sulla quale gli organi di informazione, anche per l’assenza di notizie di fonte ufficiale, nulla avevano detto per giorni.

Durante la visita all’interno della struttura, diversi migranti, ancora presenti nel CID da oltre una settimana, hanno fornito una versione dei fatti, relativi alla morte del giovane ghanese deceduto il 30 giugno, che è apparsa diversa da quella finora fornita dalle autorità, in particolare per quanto concerne gli orari e le modalità di intervento dei medici. Toccherà all’inchiesta avviata dalla magistratura stabilire le cause del decesso, se le cure ed i soccorsi siano stati tempestivi, in modo più esauriente delle comunicazioni inviate agli organi di stampa che sono intervenuti su questa vicenda con grave ritardo.

La Rete Antirazzista Siciliana esprime sdegno e dolore per la morte di un uomo, privato per giorni della sua libertà, malgrado ripetuti malori che aveva già avvertito nei giorni precedenti al decesso. Non si può continuare a ripetere sempre che si è trattato solo di fatalità, chiudendo in tutta fretta il caso. Chiediamo alla magistratura, dopo la autopsia che è stata già effettuata, un accertamento tempestivo dei fatti e delle eventuali responsabilità .
Nell’interesse dei migranti, che sono e saranno ancora trattenuti nel Centro polifunzionale di Caltanisetta, e degli stessi operatori della struttura.
Chiediamo soprattutto che vengano forniti alla magistratura i filmati registrati dal sistema di sorveglianza della struttura, e che i diversi centri di trattenimento o di accoglienza di Pian del lago non siano più, in futuro, affollati da un numero di persone superiore alla loro capienza. Ma chiediamo anche di conoscere le eventuali attività di controllo poste in essere dall’azienda sanitaria competente per territorio e le competenze dei servizi sanitari allestiti all’interno del Centro di Pian del lago, con i relativi carichi di servizio, i registri dei farmaci eventualmente somministrati, ed il ruolino degli interventi di pronto soccorso. Deve evitarsi anche a Caltanissetta che i servizi sanitari a disposizione degli “ospiti” di queste strutture siano totalmente “separati” rispetto agli interventi ordinari destinati alla salute dei cittadini presenti nel territorio. Salvo poi a ricorrere ad un frettoloso ricovero in emergenza, magari quando ormai è troppo tardi.

Mentre era in corso la visita all’interno del Centro di identificazione, all’esterno della struttura, ai bordi della strada, e poi nel centro di Caltanissetta, sono stati incontrati numerosi richiedenti asilo di diversa nazionalità, tra i quali diversi afgani e migranti provenienti dal Kashmir, che non avevano trovato accoglienza nel centro di accoglienza per richiedenti asilo e che, dopo avere manifestato la loro volontà di chiedere asilo, erano in attesa di un ulteriore appuntamento presso la locale questura, senza mezzi di sussistenza e senza assistenza notturna.

Quanto succede a Caltanissetta, la tragedia maturata all’interno del centro di identificazione, ad un mese da una analoga vicenda verificatasi nel CPT di Via Brunelleschi a Torino, lo stato di abbandono dei migranti che si trovano all’esterno del centro, non sono frutto di fatalità o di eventi straordinari, ma derivano da endemiche carenze strutturali dei centri di identificazione e di espulsione, oltre che dalla mancanza di veri e propri centri di accoglienza, per immigrati in transito. Il sistema dei CARA, malgrado l’aumento dei posti è di nuovo al collasso, e la gestione centralizzata dei posti non corrisponde alle necessità dei territori. Sembra che nel Cara di Pian del lago siano presenti richiedenti asilo provenienti da altre parti d’Italia. Carenze segnalate da tempo, anche da parte di organi ispettivi, disfunzioni e criticità che i recenti provvedimenti sulla sicurezza adottati dal nuovo governo rischiano di rendere devastanti e foriere di altri lutti e di gravi problemi per la sicurezza dei migranti e dei cittadini.
La notizia di una frettolosa apertura di altri sette centri di detenzione per immigrati irregolari, e la probabile commistione tra immigrati appena sbarcati ( ai quali si potrebbe applicare il nuovo reato di immigrazione clandestina), ed immigrati da espellere dopo essere stati arrestati ed espulsi, perché privi di un permesso di soggiorno, magari perduto per mancato rinnovo, non possono che alimentare le preoccupazioni più gravi. Ricordiamo bene i costi, anche in vite umane, che la fretta di istituire i CPT determino nel 1998, subito dopo la approvazione della legge Turco-Napolitano, con rivolte, tentativi di fuga ed atti di autolesionismo, prima a Caltanissetta, con la morte di Amin Saber, e poi con il rogo e la strage del centro Vulpitta a Trapani nel 1999. Da allora ad oggi una serie ininterrotta di morti accidentali, ferimenti, repressioni brutali da parte delle forze dell’ordine.

La carenza di assistenza medica e legale nei centri di trattenimento italiani, comunque denominati, risale a quel periodo ed è stata altresì rilevata dalla Commissione Libertà civili e giustizia del Parl4amento Europeo ancora nell’ultima relazione del dicembre 2007. Eppure malgrado queste denunce e le critiche contenute nella relazione della Commissione De Mistura, alla fine del 2006, di centri di detenzione si continua a morire.

La Rete antirazzista siciliana, oltre ad esprimere tutto il proprio impegno per seguire lo sviluppo delle indagini avviate dalla magistratura su eventuali responsabilità della morte del giovane ghanese “ospite” del centro di identificazione di Pian del lago, si impegna attivamente per rilanciare progetti di conciliazione con le comunità migranti presenti nel territorio e per contrastare con tutte le energie disponibili le paventate modifiche della normativa e delle prassi amministrative in materia di immigrazione ed asilo. L’incontro di Caltanissetta è stata una importante occasione per riprendere una iniziativa sui territori in difesa delle comunità migranti ed in particolare degli immigrati trattenuti nei centri di detenzione o nei centri di identificazione e accoglienza. Altre iniziative seguiranno nelle prossime settimane, per un coinvolgimento diretto della popolazione e degli enti locali su questioni la cui soluzione non si trova certo inasprendo le misure repressive, come la introduzione del reato di immigrazione clandestina, la chiusura dei centri di identificazione e dei CARA, il prolungamento della detenzione amministrativa fino a 18 mesi. L’accoglienza, la integrazione, la sicurezza non sono questioni separabili e riguardano tutti, nessuno escluso.

In particolare, a fronte degli elementi emersi nel corso della visita al centro di Pian del Lago e durante l’incontro con il Prefetto, si chiede che si prevedano comunque forme di assistenza per tutti coloro che presentano domanda di asilo o protezione internazionale a Caltanissetta, che cessi una valutazione delle richieste di asilo da parte della commissione territoriale di Siracusa che escluda a priori l’accoglimento dell’istanza per persone provenienti da determinati paesi, come il Ghana e la Nigeria. Questa prassi alimenta un diffuso ricorso a dichiarazioni attestanti una falsa nazionalità, e rende più difficile l’esercizio effettivo dei diritti di difesa anche perché i ricorsi contro i dinieghi di status si devono presentare davanti al Tribunale di Catania. Occorre che la Commissione territoriale di Siracusa operi stabilmente e con maggiore tempestività nei confronti dei richiedenti asilo o protezione internazionale ubicati nella struttura di Caltanissetta, applicando non solo gli standard della Convenzione di Ginevra ma anche quanto previsto dai decreti legislativi che danno attuazione nel nostro paese alle direttive comunitarie sulle qualifiche di rifugiato e sulle procedure per il riconoscimento dello status.
Senza dimenticare che l’art. 10 della nostra Costituzione in tema di asilo politico ha una valenza operativa diretta che non si può continuare ad ignorare.

A partire da un impegno concreto a difesa dei diritti dei migranti nei territori, si promuoveranno altre occasioni di crescita di un movimento unitario antirazzista a livello locale e nazionale, anche in modo da realizzare una forte unità di coordinamento con le organizzazioni antirazziste degli altri paesi europei e dei paesi di transito e di provenienza. Si potranno così contrastare più efficacemente, anche sul terreno della comunicazione con l’opinione pubblica, le politiche di sbarramento e di discriminazione istituzionale che i governi europei hanno adottato, con sfumature diverse, ormai da tempo.

Ritorneremo ancora a Caltanissetta, per la chiusura dei centri di identificazione ed espulsione e per la creazione di nuove strutture di accoglienza, come saremo presenti in tutte quelle realtà siciliane nelle quali i diritti dei migranti vengono negati tutti i giorni. Nei centri di detenzione come nelle aule dei Tribunali.

RETE ANTIRAZZISTA SICILIANA