Per la libertà di movimento, per i diritti di cittadinanza

da Interno.it del 4 gennaio 2007

Ingresso nell’UE dei cittadini della Bulgaria e Romania – Libera circolazione e regime transitorio

Le circolari esplicative del Ministero dell'Interno e della Solidarietà Sociale

Dal 1° gennaio 2007 Romania e Bulgaria sono diventati Paesi membri dell’Unione Europea e, così come previsto dall’18 del Trattato istitutivo della Comunità Europea, i loro cittadini, godranno del diritto di circolare e soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri e in Italia non saranno più sottoposti alla disciplina normativa prevista dal Decreto Legislativo 28 luglio 1998, n. 286.

I cittadini rumeni e bulgari, dal 1° gennaio 2007, possono entrare liberamente in Italia e potranno, se in possesso dei requisiti previsti dal D.P.R. n. 54/2002, richiedere la carta di soggiorno alle Questure competenti, direttamente, o tramite gli uffici postali.

Per quanto riguarda l’accesso al mercato del lavoro, il Governo (seduta del Consiglio dei ministri del 27 gennaio 2006) , analogamente a quanto previsto da altri Paesi dell’U.E, ha deciso di avvalersi di un regime transitorio, per il periodo di un anno, prima di liberalizzare completamente l’accesso al lavoro subordinato, mentre rimane privo di alcuna limitazione il lavoro autonomo.
Il regime transitorio prevede l’apertura immediata nei seguenti settori: agricolo e turistico alberghiero; lavoro domestico e di assistenza alla persona; edilizio; metalmeccanico; dirigenziale e altamente qualificato.

Ugualmente è prevista l’apertura immediata per il lavoro stagionale.
Per tutti i restanti settori produttivi, l’assunzione dei lavoratori rumeni e bulgari avviene con una procedura semplificata attraverso la presentazione, mediante spedizione postale (raccomandata a/r), da parte del datore di lavoro allo Sportello Unico per l’Immigrazione della Prefettura competente di una richiesta di nulla osta utilizzando l’apposita modulistica (mod. sub neocomunitari) disponibile sui siti internet del Ministero dell’Interno (www.interno.it) e del Ministero della Solidarietà Sociale (www.welfare.gov.it).